1.12.06

Speriamo che vada proprio così

Sorridi, sei sul TBLOG
Da Beirut Spring
:

It really all depends on how you frame the situation.

Let's think of today's demo this way: It's the day we get the chance to play President Lahhoud. Call it the Halloween of Lebanese politics.

Yes, ladies and gentleman, thousands and thousands of people will be chanting for us to leave, they will shout, scream, pull their hair, knock their heads on walls, cry foul, call injustice, evoke unconstitutionality, and we'll simply ignore them with a dry "Sanioura baken li akher wilayatahou" (Sanioura will stay till the end of his term)

At the end of the day, they'll get tired, they'll get bored and they'll slowly wither away and go back to their houses, universities and shops.

Yes, today is our day.

While we sit comfortably in our houses with our Lebanese flags hanging on our windows, we give them a taste of their own obstinacy.





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30.11.06

Il grande freddo americano

Sorridi, sei sul TBLOG
E' nell'era Shamir il futuro prossimo di Israele?


E' difficile non sentire l'aria fredda che arriva su Israele dal governo USA.

I primi spifferi si sono sentiti durante la guerra del Libano. Ma la sconfitta di Bush alle elezione di mid-term, il capovolgimento della leadership militare, il bisogno sempre più impellente di chiudere l'avventura irakena hanno trasformato gli spifferi in una corrente ghiacciata.

James Baker, Brent Scowcroft e il gruppo di old-con che Bush ha chiamato a Washington per formulare una strategia alternativa stanno, apparentemente e direi piuttosto logicamente tirando fuori dal cassetto la vecchia politica repubblicana. Nella settimana di colloqui che Condoleeza Rice avrà con le potenze arabe dell'area, per disegnare una exit strategy dall'Irak è probabile che si parli più di Israele e palestinesi che non di Irak. Gli arabi premono per forti avanzamenti nella "soluzione" del conflitto palestinese. Ed è in questo clima che si deve leggere la frettolosa accettazione di Olmert di una tregua parziale di Hamas, che in un primo tempo era stata rifiutata e che sta venendo implementata senza aver preventivamente consultato i vertici di Tzahal.

Le pressioni rischiano di chiedere un prezzo altissimo se, come tutto lascia prevedere, anche la Siria verrà coinvolta nel processo. Il prezzo dell'accordo USA con Assad è stato già chiarito: l'abbandono del Golan da parte di Israele.

As Syrian Foreign Minister Walid Moallem was expected begin a landmark visit to Iraq on Sunday, Damascus was reportedly set to demand that Washington press Israel over the issue of return of the Golan Heights, as the price of its cooperation with the Bush administration on Iraq,[...]

Se il governo israeliano, contraddicendo la politica piuttosto prona alle richieste americane seguita fino ad adesso, decidesse di cominciare a pigiare sul freno, chiedendo che siano i palestinesi a muovere i passi richiesti (qualcuno ricorda ancora che si aspetta la liberazione di Gilad Shalit?), i rapporti Israele-USA rischiano di tornare al punto bassissimo raggiunto negli anni 90. Ma negli anni 90, alla guida del governo c'era un uomo di rocciosa testardaggine: Yitzhach Shamir. L'uomo capace di sedersi a qualsiasi tavolo, sorridere a tutti e alzarsi senza avere mai concesso assolutamente niente. L'unico premier israeliano dopo Begin a cui non sia stato chiesto di pagare da solo il prezzo della pace immaginaria, con la cessione di territorio strategico.

L'uomo che, forse non a caso, ha assicurato ad Israele il minimo degli applausi internazionali, ma il massimo della sicurezza nei decenni recenti. Ricordiamolo con questo grande articolo di Shmuley Boteach.

E speriamo che Israele sappia trovare tra le sue fila lo Shamir di cui comincia a esserci urgente bisogno.

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Hezbollah in piazza, preoccupazione in Israele

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Da tempo, metà di questo blog è dedicato tutto quello che l'Unifil non sta facendo e alla delusione per come le promesse della 1701, prima fra tutte il disarmo di Hezbollah non si stanno realizzando.

Riconosciamo però che potrebbe esserci qualcosa di ancora peggiore della scarsa efficacia dimostrata dall'Unifil: uno stato libanese egemonizzato da Hezbollah, che costringesse l'ONU a fare le valigie.

E quanto la manifestazione preinsurrezionale di domani, in un Libano ormai sull'orlo della guerra civile, vorrebbe realizzare, cacciando il governo, magari non estremamente energico, ma in fin dei conti con qualche ragione.
Siniora in un discorso al paese lancia oggi un drammatico appello. Israele osserva con grande preoccupazione.

"UNIFIL is not the best, but it has been effective so far in preventing Hizbullah from returning to the border," a high-ranking defense official told The Jerusalem Post on Thursday. "If UNIFIL is kicked out of Lebanon we can easily find ourselves back in the same situation we were in before the war this past summer, or even back at war."

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Barghouti libero?



Sorridi, sei sul TBLOG
A proposito della liberazione di Gilad Shalit, il caporale israeliano catturato da un commando di Hamas a luglio


E' da tempo che si discute con MMAX della liberazione, da lui sempre data per imminente del terrorista Marwan Barghouti, che sta scontando in un carcere israeliano il primo dei suoi numerosi ergastoli.

Barghouti, come si sa, è un assassino multiplo. Pare però che nel carcere il tempo dedicato alla lettura e allo studio l'abbia portato su posizioni più realistiche. Insieme ai prigionieri di Hamas ha scritto quel documento, base di un possibile accordo di non-guerra tra Israele e ANP, che Abu Mazen progettava di sottoporre a referendum, in una dirompente mossa anti-hamas (cosa che poi non ha mai effettivamente fatto).

Comunque sia, il pluriergastolano pare sia l'unica speranza di sopravvivenza per il partito di Al Fatah, ormai in caduta libera di credibilità e consenso dopo la perdita del potere. Va da sé che a giudizio di chi considera un ritorno al potere di Al Fatah come una premessa indispensabile alla pace, la liberazione di Barghouti è un passo ineludibile. E, nello scambio delle proprie speranze per previsioni, ecco che il ritorno a piede libero del leader terrorista diventa, ogni giorno, questione di ore.

Passo quindi a tutti gli entusiasti previsori della liberazione di Barghouti questa notizia. Secondo Al-Hayat, quotidiano arabo pubblicato a Londra Hamas chiede il rilascio di Barghouti nello scambio che dovrebbe portare alla liberazione di Gilad Shalit.

Sulla reale urgenza posta da Hamas sulla liberazione del suo ormai unico rivale politico è lecito avere qualche dubbio. Ma non vorrei scambiare anch'io le mie speranze per una previsione.



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29.11.06

Serial killer al lavoro

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Due spie siriane arrestate portano alla luce l'esistenza di un network di 200 agenti incaricati di uccidere 36 leader anti-siriani.

Lo riferisce il giornale della famiglia Hariri, Al Muqtabal, ripreso da Jpost e Yediot Aharonot.



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E' finita Al-Fatah?




Non sembra che Fatah abbia recuperato dalla batosta elettorale di 10 mesi fa: sconfitto, invecchiato, diviso, il partito langue sempre più nell'irrilevanza.

"purtroppo il nostro movimento sta morendo" dice il responsbile del partito a Ramallah (la capitale!) in un ufficio deserto, tra sedie rovesciate e poster sbiaditi ciondolanti dalle pareti.

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Mettiamoci una croce sopra

Sorridi, sei sul TBLOG

Le madri dei soldati israeliani rapiti scoprono con raccapriccio che le loro lettere non sono mai state inoltrate dalla Croce Rossa.

Il responsabile, Mr. Juno, sostiene di non conoscere il luogo in cui i soldati sono tenuti prigionieri.
Prigionieri di un'organizzazione che siede al governo del Libano, il paese che ha chiestoll'ONU la risoluzione 1701. Il paese che le nostre truppe stanno sostenendo nei suoi sforzi di "normalizzazione", dialogando con grande impegno anche con i rappresentanti del movimento che tiene i prigionieri.

Quale sarà esattamente il problema? Chi sta cercando di prendere per il culo chi?




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28.11.06

Surrealismo a Gaza

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Quando i media vogliono raccontare della Grande Tregua di Hamas, ma devono anche fare un minimo di conti con i fatti (cioè col fatto che la tregua non esiste), il risultato è il surrealismo.

Il cessate il fuoco a Gaza tiene nonostante gli attacchi di razzi su Israele

Ancora più razzi colpiscono Israele, nonostante il cessate il fuoco a Gaza

Mentre diminuisce il fuoco dei razzi, Israele parla di "pace vera"




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Dategli voi un nome



C' è sempre qualcuno pronto a spiegarti a che pagina del vocabolario si trova la giusta denominazione. In questo caso si tratterebbe di trovare un nome appropriato per l'antisemitismo sterminazionista di impronta islamica. Io il nome ce l'ho: nazislamismo.

Se qualcuno ha idee diverse, aspetto suggerimenti dopo la visione di questo filmato, in cui per la prima volta il peggio del peggio (cioè quanto passa sui canali arabi in modo perfettamente normale) viene mostrato su un media mainstream.



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Missione non compiuta

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La settimana scorsa la Lega Araba ha pubblicizzato il piano di rompere l'embargo contro il governo Hamas.

Secondo la Reuters il piano è già fallito. Nessuna banca del mondo è disposta a correre il rischio di perdere il proprio business negli USA, paese nel quale le attività di Hamas sono dichiarate terroristiche.

Arab governments have yet to find a way to transfer money to the Palestinian Authority without running into U.S. and other reprisals against the banks they use, a senior Arab diplomat said on Monday. Asked if the ministers had adopted any practical mechanism to transfer funds and help banks escape possible sanctions, the diplomat said: "No ... We will have to work further on this issue." "The issue is not limited to the transfer of funds, there are all kinds of difficulties ... The government of Israel has all kinds of controls over the licensing (of banks). It is a difficult one," he told Reuters on condition of anonymity.

An Arab political source said Arab banks can at least transfer the money in Jordanian dinars through Jordanian banks to avoid sanctions. "The Jordanian dinar is widely used in the Palestinian territories and banks would not need to go through New York to transfer money in this currency."

"But this needs a bold political decision away from any affiliations with U.S. policy," he said.



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La foto è di ......

Giocattoli esplosivi a Nablus

Sorridi, sei sul TBLOGIdf e Shin Bet hanno distrutto un laboratorio che preparava questi simpatici pupazzetti.

Da Israel Matzav




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Hezbollah di nuovo ai blocchi

Iran e Siria, secondo time magazine, sarebbero già riusciti a ricostituire l'arsenale di Hezbollah ai livelli di prima della guerra, vale a dire circa 20.000 razzi (cifre di Time), che cita fonti saudite.


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22.11.06

I nazisti italiani applaudono Diliberto



E' andato a Beirut a stringere la mano dello sceicco razzista, integralista e wannabee genocida Nasrallah, leader di Hezbollah. Ha definito quella gang di killer antisemiti un "partito perfettamente legale".

Ha marciato con i rossobruni del Campo Antimperialista a Roma, il 18 novembre.

E ora, giustamente, incassa l'applauso dei nazisti italiani di "Socialismo Nazionale" Non linko quella feccia. Preferisco copiare il pezzo per intero. Trattenete il vomito.






Roma, Socialismo Nazionale solidale con Diliberto: Vicinanza nonostante le
differenze


LETTERA APERTA ALLA COERENZA DEI POCHI di Maurizio CANOSCI - portavoce di socialismo nazionale -

Dopo quanto accaduto a Roma sabato scorso credo sia opportuno scrivere questa lettera aperta alla coerenza dei pochi. L'attacco trasversale ricevuto dall'on. Diliberto, segretario nazionale del PDCI, è sintomatico di una realtà che abbiamo più volte cercato di portare alla
comprensione di chi ci legge; chiunque osi infrangere il tabù della sudditanza alla logica del pensiero unico globalizzato, unilateralmente schierato con gli interessi della cupola plutocratica usuraia ed apolide - i cui vertici appartengono al sionismo e il braccio armato è rappresentato dalle forze di occupazione nord-americane con l'ausilio degli "ascari" delle
colonie euro-atlantiste - deve subire il linciaggio mediatico. Così avviene per chiunque esca dal coro della verità "embedded", come per esempio accade per il giornalista Giulietto Chiesa. Di fronte a ciò, come socialista nazionale, ritengo necessario esprimere la mia solidarietà all'on. Diliberto e ad altri come lui che senza rinnegare le proprie radici così come facciamo noi ritiene doveroso e sacrosanto rimanere sulle proprie posizioni pur - giustamente - denunciando azioni di sciacallaggio provocate da gruppi di agitatori professionisti quali sono da tempo i mestieranti disobbedienti dei centri sociali. Lo stesso sciacallaggio - si badi bene - che in maniera contrapposta li unisce a quanti invocano la parola "eroismo" per dei morti
in divisa che in realtà sono semmai vittime sacrificali dell'aberrante logica imposta dalla dottrina liberalcapitalista dello sfruttamento economicista del globo terracqueo. Sia, cioè, gli sgangherati patriottardi di destra, sia i perdigiorno (retribuiti da chi !?) dei paci-finti, in realtà rappresentano una volta ancora un unico maleodorante amalgama di ipocrisia farisaica che dovrebbe far vomitare non solo l'on. Diliberto e noi ma la coscienza della maggior parte dei cittadini italiani costretti a sentire dileggiati dei morti in trucidi slogan come in altrettante esortazioni retoriche. Gli imbecilli, per capirci, sono parimenti coloro che inneggiano a 1-100-1000 stragi destinate a recare lutto a famiglie italiane costrette a vedere i loro figli esposti - per qualche briciola in più in busta paga - ai rischi provocati dall'arroganza atlanto-sionista e coloro che hanno accettato prima (Berlusconi e soci) e ora si ostinano(Prodi e soci) a voler prestare l'opera delle nostre Forze Armate - più utili sicuramente in difesa della nostra sicurezza e soprattutto della nostra identità nazionale in Patria - a cavar le castagne dal fuoco per conto di interessi altrui. Dunque la coerenza come primo filo conduttore di un'azione politica che dovrebbe finalmente vedere riuniti tutti coloro che hanno individuato il vero "nemico", senza più paraocchi, verso l'unico obiettivo oggi plausibile ed alternativo di "liberazione nazionale" dalla pusillanimità, dall'imbecillità, dal servilismo, dalla vera e propria
schiavitù in cui stiamo definitivamente per cadere inesorabilmente senza un colpo di reni. Certo tutti i tabù devono cadere, on. Diliberto , non solo quelli che più fanno comodo per semplice calcolo di bottega elettorale; tutti, nessuno escluso, così come i socialisti nazionali da tempo auspicano poco ascoltati. Una vera liberazione nazionale che cancelli quella troppo "mitizzata" e molto "mistificata" che ha tristemente ridotto la nostra Italia, la nostra Europa alla mercé dei "liberatori" atlantici oggi anche da lei - correttamente - considerati per quello che veramente sono e sono sempre stati: aggressori delle "Genti". Se coerenza deve essere essa non può venire esibita a giorni alterni. Non può ripetersi una nostra solidarietà verso chi manifesta con forza le proprie convinzioni e successivamente rimarca di continuare a voler mantenere in vita un governo antitetico alle stesse. Ritroviamoci e discutiamone per portare misticamente, ognuno di noi, la propria coerenza fino in fondo, fino alle estreme conseguenze necessarie per riportare libertà al nostro popolo. Se questo non si è capaci di farlo significa - come diceva Erza Pound - che "non si crede nella giustezza delle proprie idee".
Un saluto dei socialisti nazionali alla coerenza dei pochi.
[Fonte: Agenzia Nazionale]






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12.11.06

Pagati da Calderoli



Alla manifestazione Palestina Libera del 18 novembre aderiscono, insieme al fior fiore della sinistra antagonista, anche i nazi del campo antimperialista. (1)

E noi sappiamo cosa significa "Palestina Libera" per i nazisti europei (o non europei)...

Sorridi, sei sul TBLOG



Neonazisti tedeschi indossano la kefiah palestinese











Sorridi, sei sul TBLOG


Neonazisti svedesi in kefia palestinese









Sorridi, sei sul TBLOG


Dal manifesto della manifestazione del 18 novembre


(1) Non metto link a queste porcherie. Mi spiace per il disservizio informativo, ma non è il caso di regalargli nemmeno un contatto.




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Aggiornamento: molti mi hanno chiesto come mai questo post si intitoli "Pagati da Calderoli".
Davvero nessuno ricorda la reazione di Oliviero Diliberto, l'ultima volta che organizzò una manifestazione con i bruciabandiere di Israele, che anche allora urlavano "10-100-1000 Nassiria"? Eccole

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Diliberto a Repubblica: "Imbecilli pagati da Calderoli"

Roma 19 febbraio 2006

«Sono pagati da Calderoli». Oliviero Diliberto, il segretario del Pdci, è furente. Definisce «quattro imbecilli» i manifestanti che hanno gridato lo slogan «10, 100, 1000 Nassiriya» e bruciate le bandiere israeliana e americana.

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Quest'anno invece pare che siano stati pagati dai servizi segreti . [fine aggiornamento]









Dove porta l'odio

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Vetrine di negozi "ebraici" distrutti nella Kristallnacht del 1938


Pochi giorni fa è stato l'anniversario della Kristallnacht, il pogrom organizzato dal partito nazista e presentato anche allora come una "spontanea esplosione di violenza" del popolo tedesco contro gli ebrei.


Di spontaneo, il pogrom, ovviamente non ebbe nulla. Fu non solo scatenata su ordine dei vertici del partito, ma ebbe come conseguenza la deportazione di circa 30.000 ebrei.


L'aspetto più agghiacciante, per chi assista a quanto avviene oggi in medio oriente è che la Kristallnacht fu resa possibile anche grazie ad anni di paziente, capillare, cinica educazione all'odio.



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Dimostranti filo-hezbollah promettono un nuovo Olocausto.


Agghiacciante, perché anche oggi nell'ANP, nel mondo arabo, sotto la spinta di Hamas e del Partito di Dio, la macchina dei media è impegnata nello stesso scopo in cui il Dott. Goebbels aveva impegnato la macchina della stampa tedesca: sviluppare l'odio contro gli ebrei, renderne accettabile, anzi desiderabile lo sterminio, presentato esplicitamente come un obbligo religioso

Nell'odio che nel mondo arabo si sta sviluppando contro gli ebrei non c'è nulla di spontaneo. E soprattutto, non c'è nulla di naturale e di innocente.

C'è un obiettivo: il pogrom e lo sterminio. Ed è con le leadership portatrici di questo obiettivo che si chiede a Israele di trattare e discutere e che l'ONU desidera mettere in moto un "processo politico"


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9.11.06

La nostra Hamas

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Un cannone israeliano uccide per errore diciotto civili a Beit Hanoun.
Una tragedia che forse si sarebbe potuta evitare e che io non saprei come commentare, se non riportando le parole del grande David Grossmann.

La spirale di violenza che il ritiro da Gaza voleva fermare, è stata rimessa pienamente in moto da chi spara quotidianamente i suoi razzi sul territorio israeliano.

Purtroppo, oltre ad Hamas c'è qualcun altro che esulta per il macello. Ad una riunione dei seguaci di Meir Kahane, si accoglie con gioia il disastro e si definisce il cannone che ha sterminato la famiglia "cannone sacro"

E' bello sapere che questa feccia, se non altro, è fuorilegge

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La foto è da wiki

Farà parlare anche i somari

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Il segretario somaro di un partito anormale incontra il segretario normale di un partito legale ed il presidente legale di un paese normale


Il nuovo ambasciatore israeliano, Gideon Meir dialogherà anche con i partiti che criticano Israele.

Cioè, anche con quel partito di somari il cui segretario, Oliviero Diliberto, vola a porgere periodico omaggio ai compagni del "Partito di Dio"

Certo, così si comporta un ambasciatore. Mica come faceva il vecchio Ehud Gol, un brutto uomo di destra, che sputava in un occhio a tutti e si faceva più nemici che amici.

Però, tutto sommato, a Diliberto, uno sputo nell'occhio...


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La foto è da il raglio e l'orgobbia

Devastata la mostra sul genocidio armeno

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Un uomo di origini turche ha devastato una mostra sul genocidio armeno a Varallo Sesia.
[h/t liberali per Israele]

Non generalizziamo. Ma non dimentichiamo nemmeno il negazionismo ufficiale del governo turco a proposito del primo genocidio del secolo.

Vorrei scrivere qualcosa di arguto che si chieda come mai sia così difficile fare i conti con la storia, e come mai questa impotenza continui a riportare orrori che dovrebbero essere superati nell'agenda politica di oggi. Ma non mi viene in mente niente.

Certo, se la memoria non è sempre una medicina, il negazionismo è certamente un veleno.





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L'Unifil ha lasciato il sud del Libano?

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L'Unifil non pattuglia di notte, non è autorizzata a perquisire veicoli e case private. Viene da chiedersi cosa ci faccia nel Sud del Libano.

La risposta è che probabilmente non è nemmeno più stanziata nel sud del Libano.

L'indizio viene dal quasi-disastro riportato dalle truppe francesi che hanno dichiarato che il 31 ottobre sono state a "due secondi dal fare fuoco contro un aereo israeliano" che "minacciava direttamente le loro posizioni".

Incredibile, ma il 31 ottobre l'AIF stava conducendo incursioni simulate sui quartieri a sud di Beirut, non nel sud del Libano, dove si supporrebbe le truppe francesi siano stanziate.

Nello stesso tempo, la marina tedesca si è allontanata dalla costa, e non è autorizzata a perquisire navi in arrivo, lasciando il campo completamente libero al riarmo di Hezbollah.

Insomma, dopo che la Francia ha ridotto i suoi contingenti, dopo che anche la missione italiana esce sempre più dai riflettori (nemmeno un rappresentante del governo era presente alla partenza dell'ultimo contingente), pare che le truppe sul campo stiano silenziosamente allontanadosi dalla grottesca farsa della missione.

Sarebbe ora che il fallimento e la rinuncia venissero certificati anche a livello politico, con il ritiro di truppe inutili, costosissime, esposte ad un pericolo senza la contropartita di alcuna missione. Restino gli sminatori, gli altri a casa.


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La foto è di ......

8.11.06

E anche l'Uranio...

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Ricevo da Paolo Ortenzi, e volentieri pubblico:

Libano: niente uranio dopo guerra
I tecnici Onu dell'Unep escludono altri residui radioattivi

(ANSA) - NAIROBI, 7 NOV - Gli esperti delle Unep non hanno trovato traccia di uranio o materiale radioattivo dopo il conflitto tra Israele ed Hezbollah in Libano. I tecnici in munizioni del programma per l'ambiente delle Nazioni Unite hanno reso noto che 'I campioni prelevati dagli scienziati non mostrano tracce di uranio impoverito o di altri materiali radioattivi. Non sono state trovate schegge di munizioni a base di uranio o altri residui radioattivi. L'analisi di campioni non rileva tracce di uranio arrichito.

Il bello delle palle mediatiche è che si sgonfiano sempre da sole. Basta avere pazienza e stare seduti sulla riva del fiume. Il brutto è che non solo ci sono fervide fantasie che le inventano, ma gente che farà di tutto per continuare a crederci anche dopo che il fiume se le è portate via, avvizzite e afflosciate.

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La foto è di ......

7.11.06

Segnalazione

Sorridi, sei sul TBLOG

Ultimamemente, mi capita spesso di piluccare nel blog di un vecchio amico, che sta diventando sempre più interessante (il blog, non l'amico).

Bloggoanchio

E' di sinistra per israele (organizzazione che mi tenta nel patto fondativo, ma che non mi ha ancora convinto a fare il passo dell'iscrizione). Non è che sempre sia d'accordo con quello che scrive, ma le segnalazioni sono sempre interessanti e informate.


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La foto è di MMAX

5.11.06

Reazioni aeroportuali sproporzionate

Sorridi, sei sul TBLOG

I francesi non si rendono conto che allontanando gli impegati estremisti dagli aeroporti, non faranno che creare più impiegati estremisti, alimentando l'estremismo aeroportuale in tutto il mondo?

Aereporto di Parigi allontana 72 estremisti. (H/T LGF readers.)



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La foto è di Cox and Forkum

2.11.06

L'Unifil ha paura del buio

Sorridi, sei sul TBLOG
Un nuovo dettaglio dalla Grande Ammuina delle forze Unifil in Libano.

Il confine sud viene pattugliato, ma non di notte. Che è pericoloso. Da Der Spiegel


La foto è di AFP

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1.11.06

Ottimismo bene informato

Sorridi, sei sul TBLOG

Da quando ho scoperto che Adriano Sofri la pensa come me, sento meno remore ad esprimere il mio assoluto pessimismo sulla prospettiva che Israele sia mai accettato dai suoi vicini come uno stato come gli altri.
Di piu': trovo futile e suicida ogni politica che non tenga conto del fatto che la pace, la', non e' e non sara' che la pausa, speriamo la piu' lunga possibile, tra due guerre. Una pausa basata sulla deterrenza, non sull'amicizia.

L'ultima conferma al mio ottimismo bene informato viene da un sondaggio governativo condotto in Egitto. Lo stato a cui Israele ha restituito ogni centimetro di Sinai dopo che da li' erano state lanciate ben due guerre in sei anni. Lo stato con cui esiste un trattato di pace da circa trent'anni, e pure qualche forma di cooperazione economica e politica. Lo stato, pero' dove anche prima che Massimp D'Alema se ne accorgesse, le opere di Hitler e i Protocolli dei Savi si vendono come Harry Potter.

Bene, in questo stato arabo "moderato" e "amico" il 92% degli intervistati ha risposto di considerare Israele un nemico. Mentre amici sono l'Arabia Saudita, la Libia, l'ANP, il Sudan, la Siria.

Altrettanto (non) sorprendente e' la considerazione in cui sono tenuti gli Stati Uniti, cioe' il paese a cui l'Egitto deve letteralmente la propria sopravvivenza fisica, visto che l'Egitto stesso risulta essere il secondo paese piu' aiutato dagli USA. Destinatario, se ricordo bene, anche di importanti aiuti militari tra cui una linea di montaggio di carri armati Abrahams.

Contro chi l'Egitto pensa di dover usare i suoi carri armati e l'arma nucleare che ha iniziato a rivendicare? Quanto valgono i trattati di pace che gli stati arabi hanno firmato fino a oggi? E, soprattutto, avrebbe senso sacrificare sicurezza e spazio strategico per firmarne altri?

Quando si parla di cedere il Golan in cambio di una firma di Assad il piccolo, un brivido mi corre per la schiena.


La foto è

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19.10.06

Decisioni critiche

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Pare che il presidente dell'utorità palestinese stia per sciogliere il governo Hamas.

Nel frattempo, l'IDF dopo aver chiuso sei o sette tunnel attraverso cui passa il traffico di armi e di esplosivi, potrebbe preparare un'invasione su larga scala.

La mossa israeliana, oltre che in chiave difensiva, per depotenziare un territorio in cui si stanno accumulando armamenti a ritmo vertiginoso, e che rischia in breve tempo di trasformarsi in un pericolo paragonabile a quello del Libano del Sud, va letta come sostegno ad Abu MAzen.

Il confronto tra Hamas e Fatah sembra essere dietro l'angolo, ed un Hamas più disarmato e più debole, favorirebbe chiaramente i piani del suo avversario. Mi spiace, ma ho sempre pensato, e detto, che finché i palestinesi non avessero risolto al loro interno il conflitto tra massimalismo messianico e nazionalismo "normale", la situazione non avrebbe fatto un passo.

In un paese dove ogni caposezione ha una milizia personale, questo purtroppo ha un nome: guerra civile. Una cosa da non augurare a nessuno. Ma anche qualcosa da cui, IMHO, è difficile pensare che i palestinesi possano prescindere, sempre che vogliano *cominciare* la marcia di avvicinamento alla organizzazione di uno Stato. E' successo anche in Israele (keyword: altalena).

Se il confronto armato tra Hamas e Fatah ci sarà, speriamo almeno che sia rapido e porti alla vittoria indiscussa della parte che uno stato palestinese è in grado di immaginarlo, di costruirlo e di negoziarlo con Israele.



18.10.06

Il paradosso della forza e della debolezza

Prendo da Liberali per Israele questo articolo di Yediot Aharonot. La forza, che viene rispettata in Medio Oriente è un danno alle relazioni in Occidente, dove viene letta come arroganza pericolosa. La debolezza e il compromesso, che vengono apprezzati come dimostrazione di ragionevolezza in Occidente, diventano un pericolo in Medio Oriente, dove vengono interpretati come un'occasione per l'aggressione.

L’opzione peggiore, naturalmente, è quella in cui Israele si ritrovi percepito contemporaneamente come debole a livello regionale e condannabile a livello internazionale, come è avvenuto alla fine della campagna contro Hezbollah in Libano: Hezbollah celebrava la sua presunta vittoria mentre Israele veniva duramente attaccato dall’opinione pubblica mondiale.
Delle altre opzioni, è da preferire quella che garantisce un’immagine di forza a livello regionale rispetto a quella che garantisce un’opinione pubblica mondiale favorevole. L’esperienza insegna che le dimostrazioni di forza hanno effetti più duraturi nella coscienza collettiva del Medio Oriente di quanto non siano i favori e le antipatie dell’opinione pubblica mondiale.
Naturalmente l’opzione migliore è quella che vede insieme forza deterrente a simpatia mondiale verso Israele, come al momento della guerra dei sei giorni. Si tratta di qualcosa molto difficile da conseguire, oggi, ma questo non significa non continuare ad adoperarsi per questo risultato.
Guy Bechor


Decomunistizzazione. 15 anni dopo.

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La R. Ceka ha messo al bando la lega dei Giovani Comunisti

Tra tutti, per ragioni biografiche e ideali, credo di essere una delle ultime persone al mondo ad avere anche la più vaga simpatia per il movimento giovanile di uno dei più infami partiti comunisti che l'Europa Orientale abbia conosciuto.
Anzi, per essere più esatti, detesto il partito adulto da ogni punto di vista. Mi stanno immensamente sui coglioni. La prima reazione è stata quella di un dispiacere molto molto vago, più che altro perché le forze democratiche ceke avevano dato a chi non aveva nessun motivo di meritarla un aura di martirio politico (martirio che poi si ridurrà a un cambio di nome e un sacco di piagnistei).

Non penso che un paese che ha sopportato cinquant'anni di comunismo da parte di un partito ottuso come pochi altri, reazionario e antisemita, perda nulla della sua democraticità mettendo al bando un partito-stato di Quisling. Ma certo sono cose che andrebbero fatte nell'immediatezza, non quindici anni dopo, e non (chissà perché) contro il movimento giovanile.
Ma soprattutto, mantenere questi partiti (in particolare il Partito Comunista Ceko) liberi di agire politicamente all'aria aperta, era la nemesi più bella di chi aveva costruito uno stato-carcere. Nel paese di Vaclav Havel, la misura più palpabile di una immensa differenza di moralità politica.

Perché rinunciare al fiore all'occhiello di questo relitto indecente, libero di zampettare intoccato dentro il sistema democratico, a sua maggiore vergogna?

Perché? Perché il movimento giovanile dichiara di volere la rivoluzione socialista (in Repubblica Ceka e senza carri sovietici, c'è da morir dal ridere!) Con quali mezzi? E' un movimento violento? Eversivo? Pericoloso? Ho litigato parecchio su IPI e alla fine mi è nata la curiosità di dare un'occhiata alle loro posizioni e mi sono informato un po' meglio sulla faccenda.

Ho scoperto che il movimento giovanile è un gruppetto sparuto di imbecilli, ma al contrario del partito maggiore non dichiara di essere nostalgico del vecchio regime, precisa molto chiaramente che la rivoluzione che vuole non è violenta (che razza di rivoluzione sarà, boh) e che è sbagliato "quando anche un uomo solo soffre" (posizione irenista abbastanza risibile, ma non certo il manifesto di un partito violento ed eversivo).

Difendono la libertà di parola di personaggi grotteschi, ma non sono un partito pericoloso, né particolarmente offensivo. Li hanno messi al bando con delle scuse burocratiche ridicole (occupano lo spazio dei "veri" partiti). Insomma un assurdo totale, pienamente degno del paese di Kafka.

Si grida al maccartismo, ma secondo me c'entra poco. C'entra invece molto il fatto che si voglia spingere il partito maggiore a una svolta (incredibilmente, era stato dato al PC un ultimatum: 31 dicembre 2005). Gli si chiede di rinnegare il vecchio regime e diventare un partito di sinistra "normale", che sia possibile far rientrare nel gioco politico. Una conversione augurabile, che è avvenuta in tutti i paesi dell'Est. Ma che è difficile immaginare possa avvenire con un ordine esterno.

Il Partito Comunista di Boemia e Moravia è l'unico partito comunista che non ha cambiato nome 60 anni fa, ai tempi dell'instaurazione delle Repubbliche Popolari, perché è l'unico che non ha avuto bisogno di fare nessuna fusione con i resti di partiti socialisti, affettati e incarcerati con la "tattica del salame", ed è anche l'unico partito comunista che non ha cambiato nome nemmeno dopo. Un vero relitto storico.

Tra tutti i partiti comunisti, è l'unico ad essere andato al potere con regolari elezioni (le ultime libere), e anche uno dei peggiori: infame dal primo all'ultimo giorno del regime, antisemiti di merda, anti-glasnost... il peggio. Roba che manco Diliberto.

Beh, questo partito disgustoso, anche grazie alla conventio ad excludendum che impedisce a qualunque forza politica di toccarlo pena la morte elettorale e politica, sta ingrassando di tutti gli scontenti, costringendo gli altri partiti ad una grande coalizione innaturale, colpita dagli scandali più gravi e più ridicoli . E questo ingrassa il PC ancora di più, perché gli lascia rappresentare ormai l'opposizione a tutto e al contrario di tutto. Soprattutto, l'opposizione ad alcuni dei politici più balordamente corrotti dell'Europa dell' Est. Così il Partito Comunista di Boemia e Moravia è arrivato al 20%, un po' come Le Pen in Francia (almeno così si pensa che valga l'estrema destra francese secondo gli ultimi sondaggi). Una situazione senza via d'uscita.

L'ultimatum per la "svolta" (un'assurdità che solo in Cekia si può concepire) è scaduto.
Qualcuno (mi pare poca roba) raccoglie firme per mettere al bando il partitaccio, insieme ai movimenti fascisti e nazisti che sono già al bando.

Certo, liberare quell'iceberg di voti congelati e sbloccare il sistema farebbe gola a tanti. O imponendo la svolta (e probabilmente una spaccatura del PKBM) o vietandogli la partecipazione alle elezioni e incamerando gli elettori.

La Lega dei Giovani Comunisti probabilmente è stato il test.

Non piangerò su un Partito Comunista Ceko al bando. Non io. Non dirò "le vostre idee mi fanno schifo ma lotterò fino alla fine perché possiate esprimerle col vostro nome e simbolo". Tendo più al "cazzi vostri". Ma è una brutta e triste storia di ottusità e fallimenti, da ogni punto di vista.


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Lancet: uno studio non credibile

Sorridi, sei sul TBLOGUna molto serena e argomentata, anche se non imparziaale, decostruzione degli studi sulla mortalità irakena di Lancet da parte di uno studioso epidemiologo che ha lavorato a lungo in Irak per l'esercito della coalizione.


Gli argomenti:

1) Il numero di cluster - i cluster sono i punti in cui vengono fatte le interviste che poi dovrebbero rappresentare il totale della popolazione. In un paese dove le interviste telefoniche sono impossibili, questo dato è essenziale. E più è alto, meglio è.

Ebbene, il numero di cluster utilizzati per realizzare l'ultimo studio, quello dei 655.000 morti, era incredibilmente basso: 47 cluster, contro i 2200 utilizzati dall' ONU per una ricerca con la stessa metodologia.

Un numero da cui è impossibile trarre conclusioni scientificamente sensate. Ma sempre più alto, però, dei 33 utilizzati per lo studio ormai indimenticabile del 2004, che aveva calcolato 100.000 civili morti. Il numero di vittime era ed è quindi privo di ogni affidabilità: per controprova, la ricerca ONU, assai meno pubblicizzata, ma assai più affidabile, che utilizzava un numero di cluster 66 volte superiore, pubblicava numeri sei volte inferiori a quelli di Lancet

2) Non verificabilità della rappresentatività - Il modo di validare la rappresentatività di una ricerca a campione è quella di tararla con le caratteristiche demografiche note del paese. Visto che la rivista del gruppo John Hopkins ha ritenuto di non fare domande che permettessero di tarare il campione (età, sesso, educazione, lavoro...) risulta assolutamente impossibile determinare se il campione fosse rappresentativo oppure no.

L'autore: Steven E. Moore
Mr. Moore, a political consultant with Gorton Moore International, trained Iraqi researchers for the International Republican Institute from 2003 to 2004 and conducted survey research for the Coalition Forces from 2005 to 2006.




La foto è di torbakhopper

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Il gran muftì è sempre il gran muftì

Sorridi, sei sul TBLOG
Negli anni '40 il Gran Mufti Ajii Husseini aveva deciso di risolvere il problema sionista in modo particolare: alleandosi con Hitler e arruolando unità di SS in Bosnia, per il rallestrellamento di partigiani ed ebrei

Il Gran Muftì Sheikh Ikrima Sabri nominato da Arafat e licenziato da Mahmoud Abbas (nella foto), sosteneva che Israele non avesse diritti sul Monte del Tempio e che Israele mettesse in pericolo la moschea Al-Aqsa.

Il nuovo Gran Muftì, Ahmad Hussein, ha resistito circa tre mesi nella parte del "moderato". Oggi, ha espresso il suo appoggio al terrorismo suicida, in una dichiarazione in cui sostiene il diritto palestinese di difendersi dll'occupazione israeliana con qualsiasi mezzo.


"It is the Palestinian people's right to engage in resistance until the occupation ends. As long as the resistance is legitimate, everything related to it is also legitimate." Asked to express his view with regard to suicide bombing, the mufti answered: "It is legitimate, of course, as long as it plays a role in the resistance."


La foto è di ynetnews

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17.10.06

L'Unifil identifica il nemico

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E' Israele.

Il comandante francese annuncia che sparerà sugli aerei israeliani se dovessero continuare a sorvolare il Libano.

Interessante notare che lo stesso comandante abbia più volte spiegato che non è compito dell'Unifil quello di disarmre Hezbollah.

Nel frattempo, mentre il ministro degli esteri continua a precisare come il disarmo di Hezbollah non sia compito del nostro contingente, anche il governo italiano scatta in azione, secondo Debka decide di vendere batterie antiaree all'esercito libanese [H/T Paolo Ortenzi]. Per sparare all'aviazione di Hezbollah, il cui disarmo è l'oggetto della ormai ridicola risoluzione 1701? No, eh?

Aggiornamenti:
Oggi e' stata pubblicata una smentita del governo italiano dall'ANSA: ANSA) - GERUSALEMME, 17 OTT - L'Italia starebbe negoziando col governo libanese la vendita di sofisticati missili terra-aria Aster 15. Le armi potrebbero essere usate per impedire i sorvoli di ricognizione israeliani nello spazio aereo libanese, secondo quanto afferma "Debka", un sito internet israeliano di intelligence. Immediata la smentita da fonti del governo italiano: "attualmente non c'e' alcuna trattativa per sistemi d'arma specifici, tantomeno riguardo al sistema menzionato".


La foto è di fionn2006

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Accordo Nato-Israele

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Non sono un grande fan dell'idea di Israele nell'Unione Europea.

Questa invece mi sembra una buona notizia: la Nato raggiunge un accordo con Israele per il pattugliamento del Mediterraneo orientale.

Il prossimo paese della lista dovrebbe essere la Giordania, e altri cinque stati arabi potrebbero partecipare in futuro.



La foto è di Jerome Bailly

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11.10.06

Il taxi multiculturalista

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Da qualche anno, a Minneapolis, chi cerca di prendere un taxi può trovarsi con un problema.

Ad alcuni tassisti islamici non è gradito che sulla loro auto pubblica metta piede un possessore di alcool.

Il problema è cresciuto progressivamente, e recentemente è giunto all'attenzione del pubblico.
E' un problema che apparentemente potrebbe sembrare minore, ma che è invece paradigmatico della idiozia multiculturalista verso cui sta scivolando un mondo dove una volta, discriminare un utente per qualunque ragione religiosa o razziale avrebbe portato a conseguenze immediate e scontate.

Idiozia multiculturalista, cioè l'opposto di un modello di società dove tutti hanno uguale diritti e uguali doveri di fronte alla legge. Ma invece un sistema di ghetti incomunicanti e intolleranti, schiacciati ognuno sulla propria fazione più "pura". Un modello dove per prendere il taxi, devi stare attento che non sia un taxi islamista, almeno se hai avuto l'imprudenza di comprare sostanze sgradite alla religione del conducente.

In un mondo normale, con uguali diritti e doveri per tutti, il conducente -se non è in grado di trasportare tutti i clienti, indifferentemente da razza religione e borsa della spesa- semplicemente non fa il conducente.

Invece cosa succede a Minneapolis? Ai tassisti integralisti islamici che non caricano i clienti che portano alcool sarà tolta la licenza? No. Saranno denunciati? Nemmeno. Ma quando mai. Si studierà (rullo di tamburi...) un compromesso

Ne era allo studio uno con l'associazione dei guidatori, al 75% di religione islamica, secondo cui i tassisti che all'aeroporto non caricano i clienti con le bottiglie di whisky comprate al duty free avrebbero dovuto portare una bandierina di diverso colore. Non è andato bene. La risposta degli utenti è stata "overwhelmingly negative". Si sta studiando ancora, visto che il rischio è che i clienti passino all'autobus o alla metropolitana.

Viene voglia di darsi un pizzicotto e sperare che sia un brutto sogno.


L'articolo di Daniel Pipes sull'argomento


La foto è di Thermofunk

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Ammuina sul Golan

Sorridi, sei sul TBLOG
Assad minaccia guerra.
Debka prevede un attacco siriano per alleggerire la pressione su Teheran.
Ma Israele non innalza il livello di allarme.

Snapshots di una visita di stamattina sul confine siriano, dove tutto sembra tranquillo.




La foto è di ......



Effetti nordcoreani su Israele

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Quella nordcoreana non è ancora un'arma atomica, ma il cuore di una testata nucleare, che potrebbe essere integrata in una bomba o in un missile (su cui la NK sta lavorando da molti anni)

Gli effetti internazionali sono aabbastanza chiari. Ma per sapere quelli specifici su Israele, che è al centro di una minaccia di corsa all'armamento atomico degli ayatollah, il Jpost intervista il presidente delle commissione atomica Uzi Eilam

Secondo Eilam, tre gli effetti della proliferazione nordoreana:

  • Come democrazia, Israele partecipa al rischio che un regime delirante come la Corea del Nord atomica pone a tutto il mondo.
  • E' possibile (anzi probabile) che Pyongyang condivida presto il suo know-how nucleare con l'Iran, in cambio di un po' di ossigeno per le finanze.
  • Terzo, anche la Siria, che è sotto le stesse pressioni della Corea del Nord potrebbe decidere di fare il salto nucleare, pensando che sarebbe utile per alleviare la pressione internazionale.
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Come combattere il pericolo dell'integralismo islamico?

Sorridi, sei sul TBLOG
Una prima misura potrebbe essere quella di non assumere integralisti intolleranti come ispettori scolastici del governo.




Nella foto Israr Khan’s Ofsted,

27.9.06

Unifil che va, IDF che resta?


Odio ammetterlo, ma sembra che l'Unifil abbia già alzato bandiera bianca e rifiuti di fare il suo lavoro anche in via teorica (c'è almeno un pizzico di onestà in questo)

Alain Pellegrini, il comandante della forza, in un'intervisa al Jerusalem Post dichiara candidamente che le forze dell'Unifil non sparerebbero su Hezbollah nemmeno se li incontrassero armati, mentre sono impegnati in azione di attacco verso Israele.

Ammirevole chiarezza. Ma stando così le cose, diventa difficile riuscire a immaginare che diavolo ci facciano diecimila uomini armati ONU da quelle parti. E perché un paese come l'Italia debba rischiare la loro vita, e pagarne i costi.

Questa e altre notizie hanno scaldato un meeting tra ufficiali IDF, Libanesi e Unifil, finito -pare- in un disastro diplomatico. Una fonte IDF dichiara:

abbiamo promesso di ritirarci entro Yom Kippur. Ma non è ancora chiaro di che anno.
C'è una buona notizia: Hezbollah sta comunque spostando i missili lontano dal confine.
Meno buona per i civili. La nuovaa destinazione dei missili è all'interno dei campi palestinesi densamente popolati a sud di Beirut e nella Bekaa dove libanesi e Unifil hanno deciso di non avere giurisdizione. E quindi di non avere titolo per proteggere i civili da una patente violazione delle Convenzioni di Ginevra: quella di privare i civili della protezioni, mescolandoli a bersagli militari.

Strano paese, il Libano. Ma ancora più strana la "missione di pace".
Nessuna azione contro l'esercito illegale, nessuna protezione dei civili.

Un altro appunto da segnare nel quadernetto per quando la guerra dovesse riesplodere e occorrerà cercare le responsabilità di qualcosa di molto peggio di Qana.

26.9.06

Difendersi rafforza il nemico. O no?

Sorridi, sei sul TBLOG
Non finisco mai di stupirmi della efficacia diabolica che si attribuisce alle azioni israeliane, nel determinare sempre, invariabilmente, conseguenze disastrose per lo stato ebraico.

Combatti contro una gang di killer antisemiti che rapisce e spara razzi con l'obiettivo dichiarato di distruggere il tuo paese? Non potrai fare, è chiaro, che rafforzare il consenso per Hezbollah.

Costruisci un barriera di sicurezza? Esasperi la rabbia palestinese e rafforzi il terrorismo.

Bombardi e uccidi due capi terroristi come lo sceicco Yassin e Rantisi? Il reclutamento di Hamas diventerà inarrestabile e le conseguenze negative incalcolabili.

Nulla di questo è mai successo. Eppure come si spiega la vittoria di Hamas alle elezioni paalestinesi. Con la corruzione di Fatah? Con il desiderio palestinese per una politica più dura di quella di Abu Mazen? No, con il fatto che Israele abbia combattuto e quindi indebolito (quale danno!) Al-Fatah, determinando, e vai a sapere secondo quale concatenazione di cause-effetto rovesciate rispetto allo schema classico, la vittoria del (supposto) nemico di Arafat: cioè appunto Hamas.

A questa catena di pure e semplici fesserie e previsioni ideologiche regolarmente smentite dai fatti, basate sull'assunto liberal che Israele ha sì diritto a difendersi, ma lo fa a suo danno (e dunque non lo dovrebbe fare), se ne aggiunge oggi un altra.
La operazione "pioggia d'estate", che ha dato la caccia i terroristi di Hamas a Gaza, è ovvio, non poteva che rafforzare l'odio, e con ciò il consenso del nemico del momento di Israele: Hamas.

Inutile dire che è successo esattamente il contrario. Hamas, duramente colpita da un mese di operazione, secondo un recente sondaggio di Gaza, non solo ha perso militanti, depositi di armi, capacità offensiva, fino al punto di dovere chiedere una tregua e smettere il lancio dei Qassam. Ha anche perso consenso tra la popolazione palestinese.

Come sarebbe stato ovvio prevedere, se solo i critici a prescindere di Israele fossero capaci di immaginare che anche gli arabi e i palestinesi abbiano un cervello. E siano capaci di essere disgustati delle offensive militarmente inutili e politicamente insensate.

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Ringrazio per gli auguri tutti coloro che hanno lasciato il loro messaggio nel post di Rosh Hashanah, in mail o a voce. Ma in particolare, vorrei mandare un grande shalom Lorenzo, che ha la stessa età di mio figlio. E che apparentemente si diverte al computer esattamente come il mio!

22.9.06

Buon 5767

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לשנה טובה

21.9.06

Bombardiamoli di libertà

Sorridi, sei sul TBLOG .













Firma e collabora alla campagna "Armi di Attrazione di massa"

ANP tra fascismo arabo e islamofascismo

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Guerriglieri armati attaccano una agenzia di stampa palestinese, nell'ennesimo capitolo della lotta per il controllo violento, armato, della stampa.

Una storia che comincia con il ritorno di Arafat da Tunisi e la decisione di stabilire nell'ANP un regime arabo costruito sul modello di quello di Nasser. In altre parole, un fascismo arabo.

Fascismo propriamente detto in termini di classificazione politica, basato su sacri testi hitleriani, con una spruzzata di socialismo.
E non metafora, come l'islamofascismo, l'islamismo integralista dalla faccia fascista, cioè violenta, aggressiva, oscurantista che Cristopher Hitchens ha introdotto nel vocabolario politico.

Dalla stretta totalitaria di Arafat sulla società palestinese alla cappa soffocante dell'integralismo di Hamas che cerca di farsi regime: un articolo-memoriale assolutamente da leggere del giornalista palestinese Kahled Abou Toameh, una delle poche voci vere della stampa palestinese, che racconta un difficile viaggio di libertà negata.

La foto è di Chani Goering

19.9.06

Incredibile. Il Papa è cattolico.

Vorrei richiamare l'attenzione su questo mirabile post di Mere Rethoric
a proposito dell'imbecillità del dialogo religioso come fine, e non come strumento di una volontà di comprendersi che deve preesistere al suddetto dialogo.

Senza che siffatta volontà esista da entrambe le parti, il dialogo rischia di assomigliare a quei colloqui di pace tra due parti delle quali una vuole la guerra. Non produce comprensione, ma -nella migliore delle ipotesi- l'autoinganno. E una guerra più difficile.

Ed è difficile che questa volontà esista quando si nega alla controparte di essere quello che è, cioè nel caso del Papa un cattolico che effettivamente crede nella sua religione e che è effettivamente convinto che, parlando di teologia in una università cattolica, si possa affermare il primato della religione cattolica.


Esclusivo: anche il Papa è diretto dagli ebrei

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Hat Tip: Mere Rethoric

Per chi ha passato gli ultimi giorni chiedendosi in quale modo gli islamisti sarebbero riusciti ad accusare gli ebrei anche di avere ispirato il discorso di Ratisbona, ecco una notizia ESCLUSIVA!

Il quotidiano iraniano Jomhuri Islami svela l'orrendo complotto sionista alle spalle delle parole del Papa:

"Non consideriamo che il Papa sia ignorante dell'Islam, quindi le sie osservazioni devono essere dettate dai Sionisti e dagli Americani che hanno scritto e gli hanno sottoposto il discorso. Lo scopo degli Americani e dei Sionisti è di indebolire il glorioso trionfo dei figli dell'Islam di Hezbollah, che ha annullato la invincibile deggenda dell'esercito israeliano e sventato il complotto satanico colonialista americano"

Presto, qualcuno chiami le redazioni dei principali giornali. C'è assolutamente bisogno di un po' di dialogo interreligioso [Vedi "imbecillità del dialogo religioso"]. Perché tutto quello che serve è spiegare a questi ayatollah come ebrei, cristiani e mussulmani siano uniti dal comune padre Abramo. E' evidente che questo antisemitismo, questa ossessione della cospirazione è semplicemente il risultato di un grosso malinteso. Non è patologico, non è un pregiudizio profondo. E' semplicemente che la politica americana gli fa pensare che gli ebrei siano cattivi.

Ma non è finità:

"Ci sono molti segni che mostrano come le osservazioni di Papa Benedetto XVI sul grande profeta dell'Islam siano solo un anello della catena di un progetto sionista-americano. Il progetto, creato ed eseguito dalla minoranza sionista, si promette di creare conflitto tra i seguaci delle due grandi religioni divine"

AH AH AH!!! Incredibile. Non può essere il frutto di una mente umana. E' chiaramente, evidentemente ispirato.

18.9.06

Sorpresa: Hezbollah perde popolarità

Sorpresa, ovviamente, solo per chi ha ripetuto fino a convincersene il mantra
"La guerra d'Israele unirà tutti i libanesi dietro Hezbollah"

E invece, la maggioranza dei libanesi vuole Hezbollah DISARMATO:

E perde popolarità anche tra gli sciiti, dove avanzano le figure di Najib Berri
e cresce il partito Amal, che prima della guerra era semiestinto.

15.9.06

L' imam ha perfettamente ragione

"E' un discorso molto provocatorio, ostile e pregiudiziale. Spero che non rifletta un'ostilità pregiudiziale albergata nel mondo interiore del Papa che rivela un atteggiaamento presuntuoso, viziato ed arrogante di chi sa di avere dietro di sé il potere economico dell'Occidente. Se un uomo religioso o di scienza critica la storia di una religione o i membri di quella religione, possiamo discutere. Ma quando si mette bocca nelle cose sacre, sul Libro sacro e sul suo Profeta è segno di arroganza e dà luogo ad una maldiucenza che attizza la lotta di religione". Alì Baradakoglu, presidente degli Affari Religiosi turco sul discorso di Papa Ratzinger a Ratisbona

Ovviamente, l'imam ha perfettamente ragione.
Mettere il naso nei libri sacri degli altri non si fa.

Ora non resta che attendere la forte mobilitazione islamica contro gli attacchi che la stessa tradizione islamica rivolge ai libri sacri altrui. Ad esempio l'idea che la Torah sia stata falsificata dagli ebrei.

Oppure, come si leggeva nel commento al Corano di Hamza Piccardo, stampato e approvato dall'UCOII

“E’ grazie a queste falsificazioni che la gran parte del popolo di Israele è diventata il campione di quella doppiezza morale in base alla quale nei confronti dei non ebrei è accettabile e impunita qualsiasi nefandezza, mentre la rettitudine morale è un obbligo soltanto verso i correligionari”. E ancora: “Ai figli di Israele, i quali sapevano bene che la missione di cui Muhammad era stato incaricato era davvero profetica, ma non lo volevano ammettere per ragioni razziali e di potere”. E ancora: “Rinnegando i tesori dello spirito in cambio delle ricchezze di questo mondo, i figli di Israele fecero una scelta miope e meschina, ingrati verso il loro Signore, furono condannati a esercitare nel corso dei secoli quella funzione antitradizionale e reietta che ha procurato loro tante peripezie e dolore”.

14.9.06

Il nuovo nemico, quello vecchio

Dopo la prima guerra mondiale, nell'Europa centro-orientale, l'antisemitismo fu,non dico creato a tavolino, ma certo alimentato e diretto verso un odio assoluto che fondeva religione, politica, razza da una cosciente, razionale, ben finanziata, campagna politica e di stampa.

Moses Mendelssohn


La Germania non era certo un paese ferocemente antisemita fino al 1919, così come l'Ungheria. Le due nazioni erano anzi vissute come rifugio per minoranze ebraiche provenienti da est, attirate dalla parità di diritti.


C' erano uomini politici ebrei, ebrei attivi nell'economia, nella cultura. Sia gli ebrei tedeschi che quelli ungheresi (un po' come oggi quelli americani) consideravano il loro paese una "nuova Sion", ne parlavano orgogliosamente la lingua, ne condividevano la politica e gli interessi. Prima, appunto, che vent'anni di campagna forsennata e di persecuzione politica, creassero e determinassero le condizioni dello sterminio.



Il sultano turco dà il benvenuto ai sefardim cacciati dalla Spagna nel 1492


E' agghiacciante osservare un percorso molto simile a questo in un paese come la Turchia. Un paese laico, a maggioranza musulmana, un altro di quei luoghi che gli ebrei hanno conosciuto storicamente come rifugio dalle persecuzioni e in cui hanno vissuto (quasi) pienamente accettati.

Judith Apther Klinghoffer, L'autrice di questo pezzo, lancia un grido di allarme che, chi segue le rassegne della stampa turca, ha già raccolto da tempo.
Ha viaggiato in Turchia non più di un mese fa, manifestandosi come israeliana, e raccogliendo ancora una volta l'impressione che in Turchia non esista un diffuso sentimento antisemita. Gli ebrei di origini turche che conosco e che viaggiano in quel paese mi hanno sempre detto la stessa cosa.

Eppure, oggi, proprio in Turchia, è in atto una violenta CAMPAGNA DI MARKETING ANTISEMITA, ben pagata e ben organizzata, veicolata sulla stampa, infiammata da manifestazioni politicamente pianificate, che cerca di spingere il paese verso l'antisemitismo più violento.

Since the AKP rose to power in Turkey, the country's Islamist media has freely disseminated venomous anti-American and antisemitic allegations, propaganda, and conspiracy theories. [1] This campaign has been led by Islamist Turkish dailies
such as Vakit, Milli Gazete, and Yeni Safak (which is close to the AKP government and especially to Turkish Prime Minister Erdogan). These newspapers have published stories about the U.S.'s alleged use of chemical and low-grade nuclear weapons in Iraq and U.S. soldiers' alleged systematic rape of Iraqi girls, and have blamed the U.S. for the December 2004 tsunami in southeast Asia and for the August 1999 Istanbul earthquake. [2] The marketing divisions of these papers distribute anti-American DVDs, books, and CDs at no charge or at very low and clearly subsidized prices. [3] These dailies also glorify terrorism, and disseminate antisemitic messages, including praise of Hitler, Holocaust denial, and passages from The Protocols of the
Elders of Zion

Chi finanzia tutto questo, in Turchia e altrove?

Come si fa a non chiamare col suo nome, islamo-nazismo, questa roba?

C'è qualcosa che si possa fare per contrastarla?

E' possibile considerare qualcosa di diverso da un nemico, non in senso figurato, ma in senso proprio, armato, chi si allea con le organizzazioni che producono questo?

Sono tutte cose che mi chiedo.
Quello che è chiaro è che sappiamo. E che nessuno potrà dire il contrario.

Antisemiti imbecilli (continua)

.

A tre settimane dall'inaugurazione...

l'esposizione delle vignette negazioniste organizzata dal regime di Teheran,
richiama sì e no
50 SPETTATORI
al giorno.

AH AH AH AH AH AH AH!

12.9.06

Un messaggio di Bashar Assad a George Bush

Sorridi, sei sul TBLOG

Da Beirut Spring


Caro Presidente Bush

Quando starà leggendo questa lettera, avrà già saputo dei tragici eventi che sono avvenuti a Damasco questa mattina.

Ma in caso che non lo sappia ancora, ecco cosa è successo: un mucchio di terroristi islamici ha cercato di attaccare la vostra ambasciata nel cuore della nostra capitale. Gridavano slogan religiosi e volevano bombardare l'edificio.

Fortunatamente, oh Signor Presidente, le nostre eroiche forze di sicurezza hanno stroncato l'operazione e ucciso tutti e quattro i terroristi. Ho il piacere di annunciarle che tutti i vostri diplomatici sono sani e salvi

So che questa è una coincidenza assolutamente sconvolgente, Mr. Bush, ma il modo in cui abbiamo risposto alla situazione prova, e proprio il giorno successivo all'11 settembre, che il regime siriano è dalla vostra parte nella guerra al terrorismo: siamo impegnati a combattere i terroristi islamici esattamente come voi. Spero che non dimenticherete che siamo un regime laico.

Oh, Mr. Bush, che ne dice di rimettere in soffitta quei piani di regime-change che ha in mente? Non pensa che sia meglio parlare con noi invece che dover trattare con gli islamisti? Islamisti, sì, come quelli che hanno tentato di far saltare la vostra ambasciata questa mattina? (quelli che sono tutti opportunamente morti e che non potranno essere interrogati dalle vostre autorità di sicurezza).

Signor Presidente, questi attentati provano che noi avevamo veramente ragione: il Suo supporto a Israele e alle sue politiche vi fanno odiare in questa regione. Signor Bush, se le cose continuano in questo modo, ogni arabo e musulmano diventerà un militante! Non pensa che sia ora che la Siria torni in Libano e nelle alture del Golan e che sia ora di fermare l'inchiesta Hariri? In questo modo, la gente di questa regione smetterà di odiarvi e tutti torneranno a farsi tranquillamente gli affari loro. Glielo possiamo garantire.

Signor Bush, so che l'opinione pubblica siriana e i nostri intellettuali credono ancora che l'11 settembre sia stato un complotto americano, guidato dalla CIA per promuovere i vostri piani egemonici sul mondo. Ma il cielo non voglia che la Siria sia coinvolta in qualcuna di queste manovre. La nostra immaginazione non potrebbe assolutamente arrivare a concepire che si ordiscano trame e complotti di questo genere.

Lei sa bene, signor Bush, che le messe in scena non sono il nostro mestiere.


Bashar Al Assad
(che si augura di rimanere il) Presidente della Siria

8.9.06

Il prezzo dell'Iran

Su "liberali per israele"

Un importante pezzo di Aluf Benn sul prezzo politico che Israele si accinge a pagare per il conflitto, ormai inevitabile, tra USA e Iran. Un prezzo paragonabile a quello che Israele pagò per lo smantellamento dell'armamento convenzionale e chimico di Saddam nel 1991 e per la distruzione del suo regime, dieci anni dopo.

Olmert, e la leadership attuale, non ne escono ritratti come degli statisti.

Aggiungiamo il tentativo di scaricare sul Capo di Stato Maggiore Halutz i tentennamenti e le scelte sbagliate della guerra (che è stata persa sopratutto nelle parole, quanto mai imprudenti del PM, molto che sul campo dove invece i risultati ci sono stati).

Nel complesso, diventa forte la speranza di vedere al più presto all'opera un nuovo Primo Ministro e un nuovo governo. E anche la speranza che Israele ritrovata una leadership all'altezza, sia ancora capace di agire in autonomia dalla scelte e dalle pressioni USA.

6.9.06

A futura memoria


Qualche anno di esercito libanese e truppe ONU che facevano ciao ciao con la manina ai convogli di armi provenienti dalla Siria, hanno prodotto il sud del Libano che abbiamo conosciuto in questo mese, dopo quello che per i più è stato un brusco risveglio.

Migliaia di missili di tutte le gittate, fortificazioni, un piccolo esercito guerrigliero vile ma pericoloso come pochi.

Ora segniamo questa intervista a futura memoria.

Gaza, dopo l'abbandono dell'IDF si va "stabilizzando" nello stesso modo. Le truppe UE che hanno sostituito gli israeliani ai valichi con l'Egitto stanno producendo il "nuovo paradiso del contrabbando di armi". Da Rafah sta passando di tutto. Dice Avi Yuval Dishkin, capo dello Shin Bet:


The image “http://ccat.sas.upenn.edu/xconnect/i21/art/blackface2002.jpg” cannot be displayed, because it contains errors.

He estimated that approximately 15,000 guns, 4 million bullets, 2,300 pistols, 38 rockets, dozens of anti-tank missiles, 15 tons of TNT, 400 RPGs, and 10-15 Katyushas like those used in Lebanon had been smuggled into Gaza from Egypt so far - and, he said, those are just the ones we know about.

After three to five years of this kind of weapons transfer, he warned, Israel will face a situation similar to south Lebanon.

"At this point, anybody who wants to smuggle something through the Philadelphi route can apparently do so," Diskin said. "You can smuggle anything through Philadelphi except maybe a tank or plane."




Ci vorranno tra i 3 e i 5 anni di colpevole inanità della supervisione internazionale per ridurre Gaza nelle stesse condizioni del sud del Libano.

Poi, quando scoppierà un altro casino come quello di queste settimane, sarà il momento di condannare le "reazioni sproporzioniate" e di chiedere che Israele attacchi i lanciarazzi coi raggi smaterializzanti.

Segniamolo sul quadernetto da subito.