Visualizzazione post con etichetta i compagni sbagliano sempre. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta i compagni sbagliano sempre. Mostra tutti i post

16.3.05

[Mme LaSurrealité] La piazza dà, versione baathista

Dopo molti durissimi colpi, finalmente una buona notizia per i tifosi
dello status quo in Medio Oriente.

Damasco. Puntuale come i treni di mussolini, gioiosa come un'happening di
Norimberga, spontanea come una risata registrata, voilà la calata dei
500.000 per Assad
, organizzata qualche giorno fa da gruppi "civili,
economici, sociali, culturali e sportivi" del monopartito Baath.

Cartello: applausi.

Jerusalem Post: More than 500,000 people march in Damascus in support of Syrian
President Assad

DAMASCUS, Syria

The Syrian government delivered its "people power" counter-punch to
Lebanon's anti-Syria campaign, drawing over 100,000 to a meticulously
stage-managed demonstration in Damascus on Wednesday.

Such a massive public display would not be possible without government
approval in Syria, a tightly controlled state. The rally was organized
by civil, economic, social, cultural and sporting groups of the ruling
Ba'ath Party.

Tecnorati tags

14.3.05

Tblog: [Sgrena] "Farebbe meglio a cambiare mestiere. Subito."

Non � americano. Non ha una guerra da promuovere. E' un giornalista
olandese che ha conosciuto la Sgrena durante il viaggio aereo verso
Bagdad. E non � rimasto molto favorevolmente impressionato.

---------------------------------------------------------------------



About Giuliana Sgrena

Mr. Harald Doornbos is a veteran war reporter. He is no archetypical
hawk nor a staunch supporter of the United States. In fact, he used to
be a reporter for the communist newspaper 'De Waarheid' (The Truth, or
Pravda, if you like) before it went bust. (This doesn't necessarily mean
he was ever a communist, by the way. De Waarheid used to be a huge
employer.)

However, this doesn't make him overly sympathetic towards Giuliana
Sgrena, the Italian journalist who was held hostage by Iraqi insurgents.
Some snippets from this article which was published today in a Dutch
Christian broadsheet.

'Be careful not to get kidnapped,' I told the female Italian journalist
sitting next to me in the small plane that was headed for Baghdad. 'Oh
no,' she said. 'That won't happen. We are siding with the oppressed
Iraqi people. No Iraqi would kidnap us.'

It doesn't sound very nice to be critical of a fellow reporter. But
Sgrena's attitude is a disgrace for journalism. Or didn't she tell me
back in the plane that 'common journalists such as yourself' simply do
not support the Iraqi people? 'The Americans are the biggest enemies of
mankind,' the three women behind me had told me, for Sgrena travelled to
Iraq with two Italian colleagues who hated the Americans as well.

(Doornbos goes on to explain how the women demeaned him for travelling
as an embedded reporter with the US military, for security reasons. They
didn't want to hear about any safety concerns.)

'You don't understand the situation. We are anti-imperialists,
anti-capitalists, communists,' they said. The Iraqis only kidnap
American sympathizers, the enemies of the Americans have nothing to
fear.

(Doornbos tells them they're out of their mind.)

But they knew better. When we arrived at Baghdad Airport, I was waiting
for a jeep from the American army to come pick me up. I saw one of the
Italian women walking around crying. An Iraqi had stolen her computer
and television equipment. They were standing outside shivering, waiting
for a cab to take them to Baghdad.

With her bias Sgrena did not only jeopardize herself, but due to her
behavior a security officer is now dead, and the Italian government
(prime minister Berlusconi included) has had to spend millions of euros
to save her life. It is to be hoped that Sgrena will decide to have a
career change. Propagandist or MP perhaps. But she should give up
journalism immediately.


(per chi legge l'olandese)"


Tags
, ,

28.2.05

Si può chiamarlo straccio®.

Si, si può chiamare straccio® un giornale come il Guardian, che ha avuto il
coraggio di accusare Israele dell'assassinio di Hairiri.


Tb



Tags


27.2.05

[Giudamaccablog] Perché Prodi non aggiorna il blog?

25/02/2005
Ecco perché Prodi non aggiorna il blog!
Perché il leader dell'Unione era impegnato a scrivere un pistolotto da 13000 battute sul
Corriere della sera; suddivise come segue:

Saluti al Direttore, anche se il mio precedente articolo era per Repubblica voglio bene anche a voi. Siete tanto bravi e mi fate riflettere molto. (Mille battute circa)
Mi avete fatto due domande, che mi hanno fatto riflettere a lungo - ve l'avevo già detto? - queste domande sono: Perché ho detto a Bush benvenuto, mentre a giugno dell'anno scorso gli avevo mandato a dire vaffanculo brutto cowboy guerrafondaio? E il fatto che dica oggi a Bush benvenuto significa forse che ho cambiato idea? Per rispondere a questa domanda ci vorrebbe una linea di politica estera dell'Unione, ma non c'è, quindi potrei dirvi di rifarmi la domanda quando e se ne avremo concordata una e di non romper l'anima, che sono così impegnato che non riesco nemmeno ad aggiornare il blog. Ma siccome sono stato il capo dell'Europa per cinque anni - ve l'ho mai detto? - e adesso sono il capo dell'Unione me ne fotto che non ci sia una linea di politica estera e vi dico la mia. (Millesettecento battute)
Non ho cambiato idea, Bush è un puzzone e non doveva fare la guerra, le elezioni sono state carine ma ci vuole l'Onu. Se non mando più Bush a quel paese è solo perché adesso è stato carino con l'Europa. E poi la democrazia non si esporta con le armi, ha visto Bush come siamo stati bravi in Europa a vincere la guerra fredda e far diventare democratico tutto l'est europeo e parte dell'Africa? - dei turchi non parlo che l'ultima volta ho fatto una gaffe - così bisogna fare. (Duemilaquattrocento battute)
In Iraq il vuoto di potere ha creato il terrorismo, per sistemare tutto ci vuole l'Onu. (Duemiladuecentocinquanta battute)
La politica estera dell'Unione è la pace. La guerra non si fa. La Costituzione dice che non si fa la guerra. La politica estera dell'Unione è l'articolo undici della Costituzione. (Duemilatrecento battute)
La guerra la può autorizzare solo l'Onu, in tutti i casi tranne uno. Tranne cioè che non sia fatta da un governo di centrosinistra e da un presidente americano democratico, in questo caso non si chiama guerra ma "intervento armato". (Duemilaottocento battute)
Prima che i riformisti si incazzino, questa non è la linea ufficiale dell'Unione, quella non c'è, questo è solo il contributo del capo, che sarei io.
Saluti. (Cinquecentosessanta battute)
Questo post misura in totale 2400 battute


Tags

Vietare la falce e martello?

Mah. La vecchia falce e martello mi procura sentimenti contrastanti. Sul libro, e col sole dell'avvenire intorno, era qualcosa di mio, qualcosa a cui volevo bene. . Mi sembrava un simbolo del lavoro, della lotta per la giustizia e i diritti, una bandiera del movimento operaio, la somma di tutte quelle cose che non avrei mai voluto lasciare nelle mani dei comunisti. E che tenessero giù le mani anche dalla "mia" falce e martello. L'ho portata all'occhiello orgogliosamente, quando Craxi voleva toglierla di mezzo. Eppure quando tornavo "a casa", oltrecortina, sentivo il peso di un simbolo che mi appariva trasfigurato nel suo opposto. Naturalmente il fesso ero io. La falce e martello è stata sin dal primo giorno un simbolo di tirannia e oppressione. E i miei amici ungheresi di fronte ai quali mi toglievo pudicamente il distintivo dello PSIUP dall'occhiello nella convinzione che "non avrebbero capito", invece capivano benissimo. Oggi parlamentari polacchi ungheresi e lituani (temo, perlopiù, pessimi) chiedono di vietare questo simbolaccio al pari della svastica, e con qualche ragione. Cossutta, in coma lisergico, sostiene: "E' un simbolo di libertà". Ma rotfl.
Rotfl, certo, però no. Vietare i simboli non ha mai fermato le pessime idee e le pessime azioni che ci stavano dietro. Quindi teniamoci, meglio se in un cassetto, la falce e martello, che per fortuna o purtroppo è stata pure mia.

Tags

26.2.05

Hezbollah e Diliberrotfl

Diliberto: Ho spiegato al segretario di Hezbollah il motivo del nostro
viaggio. La ricerca di riallacciare quei fili di dialogo, che erano
tradizione della nostra diplomazia e che ora sono tutti spezzati. Gli ho
detto che noi Comunisti italiani, da diversi anni, abbiamo posto il
problema della pace come punto centrale del nostro agire. Il popolo
italiano è a larghissima maggioranza contro la guerra e le stesse parole
del Pontefice a questo proposito sono state chiare. [2]

Hassan Nasrallah
: Israel is our enemy. This is an aggressive, illegal,
and illegitimate entity, which has no future in our land. its destiny is
manifested in our motto: "Death to Israel."

Crowd: Death to Israel

Death to Israel

Death to Israel

Death to Israel

Death to Israel [1]

[1] http://www.memritv.org/Transcript.asp?P1=566 [2] http://www.comunisti-italiani.it/editoriali/rinascita105_diliberto.htm


Tags



4.12.04

Il prossimo presidente

Dopo essersi inventati il Kerry pacifista, gli Italian Democrats fanno di tutto per non vedere le ragioni della sconfitta e si riparano dietro i brogli presunti e la calata dei born again. Nel frattempo, tra i Democratici veri, quelli americani, Obama, l'astro nascente nero, scalda i motori. Il Foglio gli dedica una pagina intera

Tags