16.8.06

La guerra amara degli arabi israeliani

Sorridi, sei sul TBLOG


Molti, purtroppo, simpatizzavano per la "resistenza" di Nasrallah. E Nasrallah ha sparato sulle loro città e i loro quartieri buona parte dei razzi destinati al nemico sionista. Hanno pagato, percentualmente il prezzo più alto tra le vittime civili israeliane.

Molti sono fuggiti dalle loro case e hanno lasciato Haifa e i villaggi del nord, cercando rifugio tra i palestinesi della West Bank, lontano dai razzi del "liberatore" di Al Quds.

Yediot Aharonot li intervista e racconta la loro amara esperienza: hotel e ristoranti che hanno cercato di spennarli, residenti che hanno infastidito donne e ragazze, un clima generale di sospetto, inimicizia, disprezzo. Alla fine, hanno preferito tornare da dove venivano: sotto il fuoco dei Katiuscia.

"Mai più faremo una donazione o parteciperemo a manifestazioni per la West Bank," dice uno di loro.

2 commenti:

Paolo Ortenzi ha detto...

Si direbbe che Nasrallah abbia operato il miracolo: far sentire gli Arabi Israeliani vicini agli Ebrei Israeliani.

Sarebbe una ottima cosa se Israele riuscisse a cogliere la palla al balzo e cambiare le sue politiche sociali nei confronti degli Arabi.

E, come auspico da tempo, non appena sorgera' lo Stato Autonomo di Palestina chiedere ai suoi cittadini Arabi di scegliere se restare, ma farsi carico degli obblighi che ora pesano solo sulle spalle di Ebrei, Beduini e Drusi, oppure scegliere definitivamente l'identita' Palestinese ed andarsene.

A chi obietta che non e' possibile ricordo l'esempio degli Ebrei della Giordania: hanno scelto l'identita' Israeliana e coscientemente hanno perso per sempre la cittadinanza giordana.

Anonimo ha detto...

Credo ci sia un errore: NON SONO MAI ESISTITI EBREI DI GIORDANIA! Nell'istante preciso in cui è nato il regno di Transgiordania nel 1922 - così si chiamava allora - tutti gli ebrei che vi risiedevano ne sono stati immediatamente espulsi. Non solo: fino al 1994, in cui è stato firmato il trattato di pace tra Giordania e Israele, per entrare in Giordania era richiesto, almeno agli europei e agli americani, oltre al visto, il certificato di battesimo: per dimostrare di non essere ebrei, perché gli ebrei non solo non vi potevano risiedere, ma neanche mettere piede. L'ho scoperto quando mi sono informata presso un'agenzia di viaggi perché avevo intenzione di andarci. Naturalmente a questo punto ho rinunciato ad andarci: se per puro razzismo possono fare a meno dei soldi degli ebrei, allora possono fare a meno anche dei miei.