Giorno 31 e 32
Vittoria ai punti.
Diciamo apertamente la verità. Tutti quelli che seguono con una certa regolarità questo blog, a comincire da chi lo scrive, avrebbero sognato una fine della guerra diversa, con le IDF che marciano nella valle della Bekaa, se non su Damasco, e Nasrallah che esce dal suo bunker per una capitolazione umiliante, che servirà da eterna lezione per tutti i nemici di Israele.
Forze israeliane avanzano rapidamente nel sud del Libano
La realtà però è una cosa diversa dai sogni: una forza di guerriglia non si batte con blitz sul campo, ma con lunghe e dure guerre di logoramento, che cominciano soltanto una volta acquisito il controllo del territorio. Considerato che Israele non ha nessuna intenzione di ricominciare l'occupazione del Libano né tantomeno la comunità internazionale consentirebbe mesi o anni di violenta attività di controguerriglia (una guerra sporca quanto nessun'altra) sul territorio di un paese straniero, il problema degli obiettivi da conseguire, all'inizio della guerra, era particolarmente spinoso.
Il problema di Israele, dall'inizio della campagna, non è stato quello di conquistare porzioni più o meno grandi di Libano, cosa ampiamente alla portata delle IDF (come queste ore di corsa contro il tempo stanno dimostrando). Il problema era mettersi in grado di uscire dal Libano in modo accettabile, una volta terminata la guerra. E cioé non ritrovarsi, a cose fatte, ad avere in mano il cerino dell'alternativa occupazione/ritirata. Una preoccupazione che Dan Halutz ha lasciato intendere, quando interrogato dai giornalisti sul perché l'avanzata sia cominciata così tardi ha dichiarato:
Senza capire questo, è difficile misurare il successo della guerra.
La trappola di Nasrallah non è scattata
La lezione del Libano tratteggiata da Halutz ricorda che vittoria e sconfitta non si misurano alla fine dell'avanzata. Ma quando l'ultimo soldato israeliano si ritira dal Libano. Una vittoria che avesse reso indispensabile una lunga occupazione per essere mantenuta, sarebbe stata in ultima analisi un sconfitta, offrendo a Nasrallah (o a qualche suo successore) la possibilità di rafforzare il suo ruolo di resistente e di difensore della sovranità libanese, e conquistare il monopolio della forza e la sovranità sul Libano, non appena Israele, magari dopo anni di perdite e spese insostenibili, avesse deciso di ritirarsi di nuovo. Era questa la posizione win-win di Hezbollah: avrebbe vinto se Israele non avesse reagito, avrebbe vinto se Israele avesse occupato il Libano.
La trappola non è scattata. O meglio, è scattata su Nasrallah. Lo sceicco che era entrato in guerra a ridosso della frontiera israeliana e al centro della politica libanese, finisce militarmente sradicato dal sud del Libano, circondato da una forza "amica" invece che dal nemico sionista, soggetto a embargo delle armi (cioè mettendo i suoi alleati a rischio-sanzioni) e col dovere di rispondere al Libano non-sciita delle sue azioni. Da oggi, la sua arma militare è spuntata e un solo colpo, che stavolta sarebbe diretto contro la forza multinazionale e l'esercito libanese, minaccerebbe l'inizio della guerra civile.
Cambio di regole e obiettivi della guerra
Fino ad oggi, Israele ha risposto a questo stallo strategico accontentandosi di inutili bombardamenti "punitivi" dimostrativi, cioé subendo nei fatti la posizione win-win di Nasrallah. L'attacco di un mese fa ha cambiato le regole del gioco, dandosi cinque obiettivi politico-militari.
- Respingere Hezbollah lontano dal confine
- Far assumere al governo libanese la sovranità sul sud del paese, che ad oggi è uno stato-nello-stato terrorista
- Disarmare Hezbollah e impedirne il riarmo
- Avere indietro i propri soldati
Il quinto obiettivo, non esplicitamente dichiarato, era forse il più importante per evitare di cadere nella trappola
5. Evitare di farsi coinvolgere di nuovo nel pantano libanese.
Obiettivi raggiunti
La campagna militare ha tolto a Nasrallah il potere di colpire senza essere colpito, gli ha tolto il controllo del sud del Libano, distrutto il sistema di bunker e fortificazioni, distrutto anche la gran parte dei missili a lungo raggio. Oltre ad avere considerevolmente indebolito (500 caduti su una forza combattente stabile non di grandissima entità) l'esercito di Hezbollah
La risoluzione 1701 raggiunge gli obiettivi di Israele.
- Consolida l'obiettivo 1) [allontanare Hezbollah dal confine]
- raggiunge l'obiettivo 2) [sovranità libanese sul suo territorio], che il solo intervento israeliano non avrebbe mai potuto grantire
- promette di impegnarsi senza grandi certezze per il 3) [disarmo] che sarebbe stato difficile da raggiungere anche con le forze israeliane sul terreno, prova ne sia che la Siria continua a trasferire a Hezbollah grandi quantità di materiale bellico, e soprattutto mette le premesse per l'unica possibile soluzione a lungo termine al problema delle milizie. Una sovranità piena del Libano sul suo territorio.
- Il 4) [liberazione degli ostaggi] rimane fumoso, come sarebbe stato in ogni caso, anche se Israele avesse occupato ogni cm2 di libano.
Quello che la risoluzione raggiunge magnificamente è l'obiettivo 5) [fuori dal pantano]: saranno le forze multinazionali a farsi carico dell'occupazione con un mandato "forte". E con un enorme vantaggio strategico rispetto all'occupazione israeliana. Con le forze israeliane sul terreno, Nasrallah sarebbe stato legittimato anche agli occhi libanesi a proseguire qualunque attività ostile di "liberazione". Con il misto libanese-internazionale, le eventuali attività ostili contro i "controllori" saranno attività contro il proprio paese.
Come scrive Barry Rubin la soluzione politica che si delinea, ha debolezze e rischi, non è la soluzione definitiva (ce ne saranno mai?), ma è una buona risposta che darà ad Israele anni di pace, prima del prossimo round.
Significativo il fatto che l'Iran detesta la risoluzione e sostiene che è solo negli interessi di Israele.
La strana guerra. Una partita a scacchi con gli USA?
La risposta al punto 5) era una sola: internazionalizzare la crisi. Perché Israele non dovesse occuparsi della gestione successiva, occorreva che la comunità internazionale producesse un mandato forte per una nuova forza multinazionale, armata e ragionevolmente affidabile, con il compito -se non di combattere e disarmare Hezbollah- quanto meno di impedire che riprendesse posizione e si riarmasse con facilità e alla luce del sole come nel periodo 2000-2006.
Ed è qui che, a mio parere, si è giocato tutto il braccio di ferro politico della campagna. Avanzare subito, ma senza un impegno per la forza multinazionale, avrebbe inorgoglito i militari e avrebbe reso felici gli USA, ma rischiato di rimettere Israele nella posizione del 1982-2000.
Israele ha tenuto aperto lo scontro sul confine ma la vera campagna di terra è cominciata solo nel momento in cui ci sono state garanzie per una sostituzione rapida delle forze israeliane nel contenimento di Hezbollah, in una o due settimane. La guerra di terra è cominciata venerdì e sarà una campagna-lampo di 58 ore, in pieno stile IDF, che consegnerà alle forze UN un Libano del Sud bonificato dei combattenti di Hezbollah. E permetterà un'uscita dal pantano con prospettive molto migliori di quelle del 2000.
La lezione per il futuro
Parte della lezione per il futuro, in particolare i problemi nell'assicurare una vittoria militare su forze di guerriglia e missili a corto raggio è in questo articolo di Zeev Schiff, segnalatomi da Paolo Ortenzi. http://www.haaretz.com/hasen/spages/749268.html
Questa campagna, alla quale Israele si è trovata poco preparata, è una sveglia che ricorda a tutti che il vero conflitto, quello con l'Iran, continua. Oggi Israele è in una posizione un po' migliore. Ma sei anni di sonno, nei quali si sono lasciate costruire le minacce afffrontate in questo mese, e in cui il bilancio della difesa ha messo le IDF nella posizione di non potere più assolvere a tutti i loro compiti, devono essere recuperati.
Ancora 24 ore
L'accerchiamento israeliano spinge le forze Hezbollah nell'enclave di Tiro
Il cessate il fuoco comincia lunedì mattina. In queste ore lasciate a loro disposizione, le IDF stanno eseguendo i piani lasciati nel cassetto dall'inizio delle operazioni. L'IDF spinge col triplo delle forze impegnate fino ad adesso. Le più grandi forze elitrasportate mi viste dal 1973 hanno raggiunto il Litani e accerchiato le forze di Hezbollah nel sud del Libano E continuano ad avanzare. Ma il prezzo, come lo stato maggiore aveva previsto, è alto: 24 soldati uccisi, e abbatuto un elicottero.
Sotto la pressione dell'attacco israeliano e di forze mobili che arrivano da direzioni imprevedibili, i katiuscia sul nord hanno molto rllentato, scendendo da 200 a 60, ieri. Nel frattempo a Gaza, si ferma il fuoco dei Qassam
Dal Libano. Chi ha vinto le guerra?
Due opinioni interessanti dai blog libanesi
Chi ha vinto la guerra
One thing is for sure, Lebanon lost but Hezbollah is the biggest loser.
Hezbollah accepted the unconditional Lebanese army deployment, therefore putting an end to his military role, and since his politics depend 99 % on his weapons, he put an end to his regional political role.
Iran and Syria were unable of influencing the decisions taken, Syria was ‘kicked’ out of the Arab league meeting in Beirut and Iran received a warning from the UN and a deadline for stoppping all nuclear activity.
Hezbollah claimed to have started the war to free the Lebanese prisoners in Israel. The UN resolution voted did not mention one word about the prisoners. the Israeli prisoners will be naturally handed to the Lebanese government since Hezbollah will be disarmed and i dont think our government is as reckless as Hezbollah to not give away the soldiers.
Both Israel and Lebanon won equally i believe, Israel by wiping out Hezbollah and giving a clear message to all terrorist groups that it ll attack anyone threatening her security and her people, whether the whole world wants it or not.
Added to that, the resolution asks Lebanon “to deploy their forces together throughout the South and calls upon the government of Israel, as that deployment begins, to withdraw all of its forces from southern Lebanon in parallel; “
which means Israel will keep on monitoring the South and will not withdraw until the Lebanese army completes its deployment, and so if Hezbollah tries something funny during this period, it ll respond without anyone telling her to stop.
Lebanon got rid of the last armed militia in his country and the government proved to be worthy handling crisis periods. We gained world wide support and put ourselves on the right track. Its true we endured major economical and human losses but the after-war period if handled properly will make Lebanon get back on its feet within 3 to 5 years time if not less.
May all those who died rest in peace and lets hope this will be the last war we have
Only peace can guarantee peace and our leaders should realize that.
Does all that condone Israel's actions? Certainly not! Israel has waged the wrong war, conducted it wrongly; its attacks were disproportionate and it punished the wrong people and the wrong country. However, we in some way brought this onto ourselves and unless we start learning from our mistakes we will not rise as the great nation we ought to be. History will tell.
On Friday, Resolution 1701 calling for a cease-fire passed unanimously by the UN Security Council. Let's hope now that the government will use this opportunity to take its responsibilities and restore its sovereignty over the entire territory.
Regards,
MediagateIl Los Angeles Times sullo scandalo delle foto