4.8.06

Diario di guerra, giorno 23 e 24

Il giorno più cupo


Ieri, nel giorno più cupo del calendario ebraico, Ahmadinejad promette nuove distruzioni e la guerra tocca la punta massima delle vittime israeliane. 150 missili sul nord causano 8 morti civili, mentre tre soldati di Tsahal, colpiti nel loro carro da un'arma anticarro, muoiono negli scontri con Hezbollah.

Soldati di Tshal, di ritorno dalla missione in Libano

Una nuova fascia di sicurezza.

L'IDF sta combttendo duramente su tutto il confine, da Metulla a Marwahin. Sul campo ci sono otto brigate, cioè circa 10.000 soldati.

Sono state conquistate posizioni strategiche in 11 villaggi secondo Haaretz. Altri quotidiani parlano di combattimenti in 20 villaggi.


Mappa dei combattimenti di ieri.

Per gran parte della giornata si è parlato della crezione di una nuova fascia di sicurezza di 6-10 km, equivalente a quella che Israele aveva abbandonato nel 2000.


La fascia di sicurezza secondo i progetti del governo israeliano


Ma ieri, nella tarda serata, dopo che 130 razzi lanciati in 90 minuti, hanno reso evidente che la resistenza di Hezbollah è lontana dall'essere domata, il ministro della difesa ha cominciato parlare della presa del territorio fino al Litani, cosa su cui ci sarebbe un dissidio con Olmert, che ritiene inutile -data la gittata- l'acquisizione di un territorio così ampio in funzione antimissilistica.

Ahmadinejad, la tregua e la soluzione finale

Ahmadinejad chiede la soluzione finale per Israele, di cui il cessate il fuoco immediato sarebbe (correttamente) come primo passo. Non solo. Ci sono tracce di una saldatura strategica tra Iran e Al-Qaeda: il figlio ed erede di Osama bin Laden è stato rilasciato in Iran e diretto in Libano. Dove avrebbe il compito di organizzare cellule terroriste, con l'aiuto di migliaia di sunniti imbottigliati in Siria e che non sono stati in grado di andare a combattere in Iraq


La risposta israeliana



Il sud di Beirut nuovamente bombardato.

Dople minacce di Nasrallah di bombardare Tel Aviv se Beirut fosse stata nuovamente colpita

l'AIF ha ripreso i bombardamenti sui quartieri a sud della città. Peretz ha dichiarato che se Tel Aviv dovesse colpita, la rappresaglia aerea si estenderebbe molto oltre l'1% della città, che è stato fino ad oggi bombardato.

Uno per cento: si conferma nuovamente il fatto che la zona colpita di Beirut è estremamente limitata, esattamente come avevo indicato negli scorsi giorni.

Ma lo scambio di minacce non è stato l'unico contenuto del messaggio di Nasrallah, che propone anche un immediato cessate il fuoco, se solo Israele smettesse di bombardare. Credo sia interessante notare come la proposta arrivi in perfetta sincronia con quella di Ahmadinejad, che da parte sua ha chiarito con la consueta chiarezza che il cessate il fuoco immediato (e dunque un Hezbollah lasciato saldo sulle sue posizioni), sarebbe il primo passo verso la distruzione dello stato ebraico. Israele ha chiarito di non essere interessata a questo primo passo.

Nel frattempo, a Gaza, l'IDF colpisce depositi di armi.

Forza multinazionale:
Olmert chiede combattenti, non pensionati.

L'Italia, invece, la vuole inutile.

E' sorprendente che 23 giorni di scontri durissimi non abbiamo chiarito a tutti che realizzare la risoluzione 1559, scopo dichiarato della costituenda missione internazionale, sarà un compito duro, anche militarmente. Eppure, quando ieri Olmert ha chiesto in modo piuttosto ovvio che la forza sia consistente e composta da soldati in ordine di combattimento dall'Italia, e precisamente dal suo ministro degli esteri, sono giunte reazioni stupefatte e di sufficienza. Pare che l'idea di inviare una forza combattente sarebbe contraria all'immagine di equivicinanza che la forza deve avere. Ecco che si chiarisce cosa sia la forza multinazionale nei progetti di D'Alema: una nuova UNIFIL, il cui drammatico fallimento pluridecennale fischia ed esplode tutti i giorni in terra d'Israele. Di questo carrozzone, che riuscirebbe a garantire solo il riarmo di Hezbollah, l'Italia si immagina come guida.

Parliamo di gente più seria. Tutto da leggere questo magistrale discorso di Tony Blair tenuto a Los Angeles. Blair mostra di comprendere il pericolo che attanaglia Israele e delinea le politiche del conflitto con l'Islam radicale. Avercene, di leader europei così.

Retroscena: perche là tragedia di Qana non ha fermato il conflitto.

Circa dieci anni fa, un disastro molto più grande (e probabilmente molto più vero) di quello accaduto a Qana, aveva fermato l'operazione aerea "Grapes of Wrath". La propaganda di Hezbollah cercava di ottenere lo stesso risultato anche questa volta (dimostrando, a mio parere, che il conflitto è esattamente il contrario di quello che conviene a Hezbollah).

Shmuel Rosner, l'inviato negli USA di Haaretz, spiega perché stavolta le cose sono andate diversamente. E perché il conflitto andrà probabilmente avanti per altre settimane.

Qana. l'AIF ammette l'errore.
Ma la strage si dimostra sempre più un nuovo "caso Jenin".
O forse peggio.

L'AIF ammette di aver colpito il palazzo a causa di un errore di intelligence
Si credeva che il palazzo ospitasse razzi. Ma se fosse stato noto che era stato trasformato in ricovero per i civili, non sarebbe stato colpito e si ammette l'esigenza di regole nuove.

Detto questo, avevo detto nei giorni scorsi che benché gli indizi di una costruzione di propaganda fossero molte, era il caso di aspettare che qualche organo di informazione cominciasse a guardare dentro i fatti. Nella giornata di ieri, i rumori che salivano dai blog, e che erano fino ad adesso definiti come tali, sono stati sposati da numerosi giornali. E ormai il fatto che Qaana sia un nuovo caso Jenin sono un coro. Da Arutz Sheva (che prende la posizione più dura), al Jpost, al Foglio al Corriere della Sera.

Il salto è avvenuto quando è diventato ufficiale che il numero dei morti era stato raddoppiato. I corpi recuperati sotto le macerie sono 28 e non "oltre 60". Ma tutto la meccanica della vicenda è molto poco chiara e il suo racconto è provatamente inquinato dall'ufficio propaganda di Hezbollah.

Ecco l'articolo di Arutz Sheva che riassume i molti indizi che la tragedia di Qana sia una costruzione di propaganda. Non solo per le stranezze della dinamica (un edificio che crolla ore dopo un bombardamento, travolgendo civili che non si sono nemmeno svegliati). Ma anche per quello che emerge dalle foto. Principalmente:

- Un uomo, sempre le stesso, che porta vittime in ore e posti diversi. E che appare già in vecchie foto di altri bombardamenti simili, in altri luoghi. Evidentemente, un ufficiale della propaganda di Hezbollah

- Indizi seri che i corpi siano stati messi già morti nell'edificio che è poi crollato. O addirittura, che siano stati mostrati alle telecamere corpi che non stavano nemmeno sotto le macerie.

Ognuno legga e valuti per conto suo. L'articolo riporta link ad articoli che avevo già dato nei giorni scorsi.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

L'incompetenza del ministro D'Alema è imbarazzante!
E speriamo sia solo incompetenza...
L'editoriale di ieri sul Foglio:

Massimo D’Alema ha spiegato in Parlamento che la posizione di Israele è “insostenibile”, e che anzi rischia di “allargare il conflitto”. Com’è noto, il primo ministro israeliano ha detto che l’obiettivo dell’offensiva è liberare dagli Hezbollah una fascia del territorio libanese nella quale si possa insediare una forza internazionale armata che collabori con il governo di Beirut per attuare la risoluzione dell’Onu che stabilisce il disarmo delle bande irregolari. D’Alema risponde che è impensabile che una forza internazionale si possa schierare sotto i bombardamenti, il che è ovvio, ma non ha nulla a che vedere con la posizione del governo guidato da Ehud Olmert.
In realtà è l’atteggiamento dell’Italia a essere “insostenibile”.
La settimana scorsa la Farnesina aveva posto la candidatura italiana addirittura alla guida della missione internazionale, ora detta condizioni che la rendono sostanzialmente impossibile. Dire che si può realizzare soltanto un’azione di “mantenimento della pace”, infatti, postula che l’invio delle truppe sia preceduto da una qualche forma di accordo tra Israele e gli Hezbollah. In realtà l’entusiasmo della sinistra anti israeliana per la “forza di interposizione” è rapidamente svanito, quando è stato chiaro che né Israele né le potenze anglosassoni accetteranno di conferire un mandato che di fatto consista nella protezione degli Hezbollah, in modo che possano tranquillamente ricostituire il loro arsenale missilistico grazie agli invii dall’Iran. La dichiarazione letta dallo stesso D’Alema alla conferenza di Roma era chiarissima su questo punto. Ora il nostro ministro contorsionista, invece, si appiglia a quella, contraddittoria e inefficace, dell’Unione europea. Nessun funambolismo, però, può cambiare il fatto che se la comunità internazionale non è in grado di fermare la guerra asimmetrica lanciata dall’Iran contro Israele attraverso gli Hezbollah, Israele dovrà cercare di farlo con le sue sole forze. Purtroppo le giravolte di D’Alema allontanano una soluzione del vero problema.
(03/08/2006)

... che è la presenza di Hezbollah nel sud del Libano.

Anonimo ha detto...

...purtroppo non credo sia verosimile indebolire hezbullah senza operazioni terrestri in profondità. Se Olmert non vuole una invasione profonda il tutto è stato inutile... perchè cosi come sono messe le cose è difficile un invio di un contingente internazionale belligerante (.. a meno che la Merkel non faccia sul serio...)

Anonimo ha detto...

Se Capuozzo non prendesse a piene mani dal tuo blog (senza mai citarti) come farebbe a scrivere i suoi articoli?
Almeno fatti ringraziare pubblicamente...
Davide

Paolo Ortenzi ha detto...

Ottimo blog come al solito, Tony.

Molto obbiettivo, molto piu' di molta stampa nazionale ed internazionale.

Preoccupa molto, come Italiano e come amico di Israele, vedere le posizioni di D'Alema, assolutamente improntate ad un politichese che va bene per gli inciuci interni e non in politica estera. Ne', soprattutto, quando occorra CONCRETEZZA.

L'UNIFIL esiste dal 1984, se ricordo bene, e ricordo anche i nostri elicotteri marcati con tale sigla svolazzare inutilmente sul confine a Metulla, qualche anno fa.

Rimpiazzare l'UNIFIL con l'UNIFIL per risolvere la situazione attuale e' come pretendere di sostituire una gomma bucata di una Panda con una di una Ferrari, ma sempre bucata. Ovvio che l'auto che la monta non camminera' esattamente come non camminava prima.

Ti segnalo l'ammissione, chiara ed esplicita, fatta da un ufficiale iraniano e riportata da Haaretz del fatto che Teheran ha fornito missili Zelzal 2 agli Hezbollah.

La domanda viene spontanea: quanto ci vorra' prima che quell'ente inutile chiamato ONU accenni ad una condanna di Teheran, perche' chiaramente implicato nel casino scatenato dagli Hezbollah?

Io dico: fino a che Kofi Annan restera' in carica. E speriamo che in futuro non ci vada anche uno peggiore di lui...

Anonimo ha detto...

Kofi Annan? U'Thant nel '67 ha istantaneamente obbedito all'ordine di Nasser di togliere i caschi blu dal Sinai per andare a distruggere Israele, poi c'è stato il criminale di guerra nazista Kurt Waldheim ... Il problema non è di persone, il problema è proprio dell'istituzione Onu in sé.
Grazie Toni per il lavoro preziosissimo che stai facendo.