Diario di guerra: giorno 33
La tregua, nonostante le ambigue reazioni di Hezbollah, comincia.
Hezbollah dice che non disarmerà al sud. Siniora dice che, se Hezbollah non disarma, l'esercito libanese non entrerà. Se non entrerà l'esercito libanese, non entrerà nemmeno la forza multinazionale. Il governo libanese sposta a data da destinarsi la riunione che doveva stabilire i termini dell'entrata dell'esercito al Sud. Rice avverte che se il cessate il fuoco non venisse rispettato "non saremo responsabili delle conseguenze".
Il problema adesso è il ritiro. 40.000 soldati fermi in Libano a fare da bersaglio a Hezbollah sono quello che assolutamente non deve durare, per nessuna ragione. E questo specialmente mentre la Siria, si muove in modo minaccioso verso il Golan.
A Gerusalemme si ritiene che Hezbollah non rispetterà la tregua
"A quel punto il mondo capirà le nostre ragioni: chi è l'aggredito e chi l'aggressore"
Lo trovo un atteggiamento assurdo, che evidenzia il grado sicuramente eccessivo per le "preoccupazioni del mondo" di cui Israele soffre. Sarebbe bello che chi siede sulla poltrona di Primo Ministro si preoccupasse di quello che è giusto o pericoloso per Israele, e non di quello che altri penseranno degli attacchi dei propri nemici.
Si minacciano dure rappresaglie se le forze israeliane venissero attaccate durante il cessate il fuoco. Nel frattempo continua il blocco aereo e navale.
7 soldati uccisi nell'ultimo (?) giorno di guerra, tra cui il figlio di David Grossman.
Oltre 200 missili sparati sul nord di Israele ieri. Abbattuti due droni Hezbollah carichi di esplosivo. Alla borsa di Tel Aviv la tregua piace
Le parole di Dan Halutz aprono un dubbio. E se l'avanzata al Litani fosse solo l'inizio del Gran Finale?
To the question of a journalist, why the operation up to the Litani River starts only now whereas the units were mobilized and trained three weeks ago, General Dan Haloutz, Chief of Staff of the IDF-Tsahal- answered this afternoon that Tsahal acted according to its plans. “There are very good reasons for which we did not operate yet on the ground, in-depth. I cannot reveal the causes of them now. It will be done when all is finished”
However in this intervention, Haloutz gives us a great sign to understand the situation: “One does not make war for war, but to obtain a result or a political advantage”. Let us recall that there was talk of this “imminent” attack this week while the Security Council was to meet and decide about the Franco-American proposal: the adjournment of the vote involved the adjournment of the military operation to the great disappointment of the media. They perceived the delay as a hesitation by Olmert and the political staff.
However, it seems that the operation was planned to be carried out at the same time as the diplomatic pressure by the US and Israel for a more comfortable decision!!!
Ma a Gaza, anche Hamas sembra fuori controllo. Mentre il premier avanza una tregua, si sparano katiuscia su Ashkelon-
Opinioni
Da Haaretz. I risultati della guerra, per quanto fragili e appesi a mille incognite, non sono da poco
The most important achievement of this war lies in the words of Iranian President Mahmoud Ahmadinejad, who dignified the Security Council with a description of the agreement as "a Zionist document." Iran did not arm Hezbollah with missiles capable of reaching beyond Haifa so that Nasrallah would hoist a white flag and beg Arab leaders to stop the fighting. The ayatollahs did not pour hundreds of millions of dollars into bunkers like those discovered in Maroun al-Ras so that their Shi'ite brethren in Lebanon would unreservedly adopt Lebanese Prime Minister Fouad Siniora's "seven-point program." That program, which is mentioned several times in Resolution 1701, not only announces that the era of a "state within a state" in Lebanon has formally ended; it explicitly cites the 1949 armistice agreement with Israel - an agreement that Hezbollah has hitherto adamantly rejected.
[...]
Olmert deserves to stay in power, because he managed to learn, albeit the hard way, that in our neighborhood, it is not enough to show that the landlord is capable of going crazy. He appears to have learned that it is important to reach peace agreements with those neighbors who are interested in leading normal lives - even if this requires giving up "victory," even if it requires giving up real estate. The prime minister's final grade will be determined by his willingness to internalize these lessons and apply them vis-a-vis our Syrian and Palestinian neighbors. But first of all, of course, he must withdraw the Israel Defense Forces from Lebanon without delay, and enable the Lebanese government, and its army, to exercise its sovereignty. Otherwise, we will all remain stuck in the Lebanese quagmire.
Secondo Seymour Hearsh l'attacco a Hezbollah è il preludio dell'attacco USA all'Iran. Un blogger amico lo prevede non più tardi di ottobre.
Mediagate:
Dal forum di fotografia lightstalkers
Parla un fotografo professionista attivo in libano.
"Tiravano i morti fuori dalle tombe"
i have been working in lebanon since all this started, and seeing the behavior of many of the lebanese wire service photographers has been a bit unsettling. while hajj has garnered a lot of attention for his doctoring of images digitally, whether guilty or not, i have been witness to the daily practice of directed shots, one case where a group of wire photogs were choreographing the unearthing of bodies, directing emergency workers here and there, asking them to position bodies just so, even remove bodies that have already been put in graves so that they can photograph them in peoples arms. these photographers have come away with powerful shots, that required no manipulation digitally, but instead, manipulation on a human level, and this itself is a bigger ethical problem.
whatever the case is—lack of training, a personal drive as a photographer to show what is happening to your country in as powerful a way as possible, or all out competitiveness, i think that the onus is on the wire services themselves, because they act as the employer/filter of their photogs work. standards should be in place or else the rest of us end up paying the price. and i’m not against the idea of local wire photographers, but after seeing it over and over for the past month, i think it is something that is worth addressing. while i walk away from a situation like that, one wire shooter sets up a situation, and the rest of them follow.......
by Bryan Denton Fri Aug 11 07:36:08 UTC 2006 | Beirut, Lebanon
5 commenti:
Comunque sia l'evoluzione l'importante che Tsahal non prolunghi la presenza sul campo. Troppo pericolosa per le perdite e per i risvolti politici. Meglio le incursioni anche prolungate.
Temo comunque che far arretrare Hezbollah dal confine non basti. Prima o poi qualcuno lo rifornirà di razzi o missili di gittata maggiore. IDF sta sviluppando qualcosa per contrastare questo tipo di minaccia ma ci vorrà del tempo.
Quanto alla Siria non credo che realisticamente possa iniziare una guerra convenzionale. Non siamo ai tempi del Kippur e alle spalle non c'è più l'URSS con la sua assistenza e i suoi rifornimenti di munizionamento, parti di ricambio, equipaggiamenti.
Questo a meno che in Medio Oriente si scateni qualcosa di troppo brutto per essere pensato.
Scart
C'è sempre un poi.
L'illusione delle prime fasi, confesso, anche la mia, era quella di mettere definitivamente la parola fine al capitolo di terrorismo chiaamato "Hezbollah".
Ma la realtà è che non ci sono cose come soluzioni definitive, là dove sta Israele.
Ci sarà sempre un prossimo giro e quello che conta è chiudere bene questo e arrivare preparati al prossimo.
Se Hezbollah ha preso una sberla sufficiente, se si riesce a farlo arretrare, non ne sentiremo parlare per un bel po' di tempo, per quanto circo possa fare Nasrallah alla sua televisione.
Rest il problema vero. l'Iran. Ed è lì che occorre che Israele non abbassi la guardia.
Tb
A me fa cascare le braccia questa infantile illusione che "adesso il mondo capirà": lo hanno detto dopo il ritiro dal Libano, lo hanno detto dopo Camp David, lo hanno detto dopo il ritiro da Gaza, lo hanno detto dopo le aggressioni che hanno scatenato la situazione attuale, lo hanno detto in centomila altre occasioni e in ognuna di queste occasioni l'unica cosa che il mondo è riuscito a capire è, nel migliore dei casi, che "Israele sta reagendo in maniera sproporzionata".
Stasera al TG1 D'Alema ha detto che dobbiamo mandare le nostre truppe in Libano, sotto mandato ONU, per: "...proteggere la popolazione libanese dagli attacchi.."
Per interpretare correttamente questa incredibile perla del nostro Ministro degli Esteri, consiglio la lettura del seguente:
http://www.libero-news.it/libero/LF_showArticle.jsp?idarticolo=74702346
a cura di Francesco Cossiga.
Piu' che mai ribadisco il mio NO alla missione ONU in Libano.
Ha ragione Barbara che il mondo non capirà mai. Spero solo che non piovano razzi sui soldati fermi prima di ritirarsi. Se si potranno ritirare.
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