Giorno 27
Mentre la bozza di risoluzione galleggia nel nulla e la riunione della Lega Araba si avvia verso il solito fallimento, abbandonata in modo furioso e scenografico dal ministro degli esteri siriano, la parola torna alla guerra. [Dal Jpost, un contributo alla comprensione della attuale politica siriana ]
Reparto corazzato israeliano avanza nel sud del Libano
Hezbollah non è ancora indebolito abbastanza. Israele, con una decisione del consiglio dei ministri, appoggia una ulteriore espansione delle operazioni, che combatterà i lanciatori di razzi "ovunque si trovino". Commandos hanno operato nella notte a sud di Tiro. Peretz dichiara che questa non è una operazione militare, ma in tutto e per tutto una guerra. Una guerra da cui ogni commentatore (almeno quelli israeliani) capisce essere una guerra per il destino di Israele, cioè per restaurare il principio di inviolabilità dei suoi confini che sei anni di quiete hanno purtrtroppo danneggiato e non esaltato. Molti pensano che forse il governo non stia combattendo con l'energia necessaria (a parte quella verbale, al contrario di quanto Peretz aveva dichiarato nelle prime fasi della guerra, quando aveva detto: "lasceremo che siano i fatti a parlare"). E' comunque evidente che il confronto non è facile e che l'avversario non è quello ideale per un esercito tradizionale. Nessuno vuole più soldati morti del necessario e nemmeno più civili uccisi [cfr. Dilemmi etici di uno stato ebraico in guerra] e da questo viene il build-up graduale delle forze, che contrasta con la tradizionale tattica israeliana e che però sta prolungando i tempi della guerra, i disagi degli sfollati, i danni economici e politici (nota a margine, pare che gli arabi-israeliani che hanno abbandonato la Galilea in questi giorni
per rifugiarsi in Cisgiordania vengono accolti molto freddamente). Speriamo che la tattica del build-up funzioni.
Resti del drone di Hezbollah abbattuto sulla costa nordi di Israele
Se i dati dell'esercito sono affidabili, l'erosione delle forze di Hezbollah dovrebbe avere raggiunto livelli allarmanti (per Nasrallah), anche se i Katiuscia continuano a piovere al ritmo di 150 e più ogni giorno. Ieri è stato abbattuto anche un drone, in volo dimostrativo lungo la costa israeliana.
Aprendo la nuova fase di operazioni, agli abitanti del Sud del Libano è stato comunicato che qualsiasi mezzo in movimento dopo il tramonto potrà essere colpito. Nei combttimenti, all'alba di oggi sono stati feritri tre soldati delle IDF, di nuovo nei paraggi di Bint Jubayil.
Un guerrigliero catturato ha confessato di essere uno dei rapitori dei due soldati israeliani [grazie anche a Paolo Ortenzi per la segnalazione]. Pare non abbia rilasciato nessun dettaglio utile al loro ritrovamento. Ma in un'intervista televisiva racconta di essere stato addestrato in Iran. Ancora una volta, si svela l'ovvio.
Siniora, in un discorso in cui (ancora una volta) trattiene a stento le lacrime, dichiara di avere richiamato 15.000 riservisti, per dislocare l'esercito al sud del Libano e riprendere possesso del suo paese. Una mossa che sarebbe buona sia per Israele che per il Libano. Il problema sembra essere questo: Hezbollah avrà il permesso di rimanere al sud del Libano come "partito che rappresente importanti settori del popolo libanese", e fin qui ok. Non si precisa se il "partito" avrà il permesso di mantenere armamento pesante, ma il fatto che Hezbollah appoggi la decisione fa purtroppo pensare di sì. E forse per questo, appare che il governo israeliano sia meno che entusiasta della notizia.
Ancora dai blog libanesi
Prendo da Haaretz questa allarmante trascrizione. I libanesi non-hezbollah, le classi medie e agiate, stanno lasciando il Libano a causa del crollo economico determinato dalla guerra e il rischio è che -se è vero che Hezbollah non sarà certo nelle condizioni migliori per stabilire un'egemonia sui gruppi etnici religiosi ostili- è anche vero che in Libano rischiano di rimanere solo i sostenitori del partito di Nasrallah (eviterò di bestemmiare, chiamandolo col nome che gli hanno dato gli ayatollah fondatori).
Il Libano di domani è dentro Israele
Un salva di Grad lanciata dal sud del Libano. Domani potrebbe succedere lo stesso a Gaza e in Cisgiordania
Uno dei risultati più allarmanti di questa guerra è che risulta sempre più evidente come la minaccia dei razzi a corto raggio sia difficile da contrastare sia a Gaza, dove gli ordigni sono fortuntamente più rudimentali, che in Libano.
I guerriglieri palestinesi sembrano essere rimasti impressionati dalla lezione e ritengono (correttamente) che il razzo sia l'arma terrorista che può battere la barriera di sicurezza.
Con il confine tra Gaza ed Egitto affidato alle forze europee, e immediatamente diventato un colabrodo, i guerriglieri palestinesi cominciano ad essere riforniti di armi migliori e in maggiore quantità. A riprova di un mercato delle armi in cui l'offerta supera ormai la domanda, c'è il prezzo della pallattola di kalashinikov, passato da 45 a 4 shekhel israeliani
Aggiornamenti
14.45 - Colpito l'ospedale di Tzfat
12.30 - Due riservisti uccisi negli scontri del Libano del sud
9.00 . Forti scontri a fuoco vicino a Tiro
3 commenti:
Tutto per due soldati rapiti. O meglio, la scusa ufficiale era quella.
Ora si attende l'ONU, la Russia, Israele stesso...ma credo che si attenderá invano.
guerra lunga e dolorosa...
Tutto per una SERIE di cause:
-due soldati rapiti,
-altri 8 uccisi per rapire i primi due,
-per aver violato il confine di uno stato sovrano, oltretutto quando questo si era ritirato sei anni prima mettendo fine ad una lunga occupazione.
Qui si continua a dimenticare che chi ha scatenato il casino e' una entita' che vuole la distruzione di Israele, NON LA PACE.
Mirco:
Vedremo. Io non spero che i palestinesi dei territori maltrattino gli arabi-israeliani. Ma certamente mi auguro che tra gli arabi-israeliani cresca il sentimento e l'orgoglio di essere israeliani.
InOpera:
Tutto sbagliato. La causa è che una entità terrorista, la più pericolosa gang di serial killer antisemiti del mondo, se ne sta al tuo confine armata di 12.000 missili, minaccia la tua distruzione in combutta con potenze regionale e infine ti attacca, uccidendo, rapendo i tuoi soldati e violando il tuo territorio.
Una goccia che, speriamo, sia l'ultima.
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