5.9.06

Ottolenghi sulla guerra


Non si sa davvero cosa scegliere da questo eccellente pezzo di Ottolenghi sulla
guerra in Libano. [h/t sylverlynx]

Visto che le analisi su chi ha vinto e chi ha perso sono già state abbondantemente fatte, ed in ogni caso riguardano una questione ormai dietro le spalle, scegliamo questo sguardo in avanti.

[...]

Scenari regionali. Quanto al futuro, i miti e le percezioni erronei su cui essi si fondano, contribuiranno senza dubbio alla fase successiva della guerra.
Quando ciò accadrà, bisognerà prestare attenzione a come i due popoli in guerra
rispondono a quelli che ciascuno considera i propri successi e le proprie sconfitte.
Israele avvierà probabilmente una commissione d'inchiesta, i cui risultati
potrebbero significare la fine della carriera per diversi leader militari e
politici. Il paese rifletterà sui propri errori. Si dorrà per le morti inutili di tanti uomini valorosi, a seguito degli errori commessi. Se la prenderà con i responsabili, che dovranno pagare un alto prezzo. Ma otterrà le risposte che cerca. E il Libano, invece? Cosa fa Nasrallah tra le rovine di Beirut, le macerie dei ponti sul Litani e i crateri che punteggiano le strade? Proclama la vittoria. E il primo ministro libanese, Fouad Siniora? Piange davanti alle telecamere, elogia Hezbollah e si aggrappa al mito della vittoria anche quando le prove della sconfitta sono lampanti. Non avvieranno nessuna commissione indipendente in Libano, non convocheranno generali, politici e alte gerarchie sciite per metterli di fronte alle loro responsabilità. L'ultima volta che un paese arabo ha avviato una commissione d'inchiesta interna su una sconfitta militare è stato
in Iraq, nel 1949. Un precedente che rimarrà un'eccezione. I libanesi non si chiederanno come un agente straniero che ha assunto il controllo di oltre metà del paese infiltrandosi nei più alti livelli governativi, li abbia coinvolti nella guerra di qualcun altro. Metteranno in disparte la necessità di comprendere cosa non ha funzionato e proclameranno vittoria. In questo modo, quando ci sarà una nuova guerra, il “mito distrutto” risorgerà nuovamente perché la realtà ha il sopravvento sui miti della retorica araba.

Da Il Riformista
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1 commento:

Anonimo ha detto...

l'elogio finale della democrazia è piaciuto tanto anche a me. lo dico da tempo: ottolenghi, nonostante sia giovane, è uno dei più fini conoscitori della questione MO. Ogni tanto mi vado a rileggere qulache sua "vecchia" analisi, e a differenza di quelle di tanti presunti esperti pompati a non finire, le trovo sempre tremendamente attuali.