26.9.06

Difendersi rafforza il nemico. O no?

Sorridi, sei sul TBLOG
Non finisco mai di stupirmi della efficacia diabolica che si attribuisce alle azioni israeliane, nel determinare sempre, invariabilmente, conseguenze disastrose per lo stato ebraico.

Combatti contro una gang di killer antisemiti che rapisce e spara razzi con l'obiettivo dichiarato di distruggere il tuo paese? Non potrai fare, è chiaro, che rafforzare il consenso per Hezbollah.

Costruisci un barriera di sicurezza? Esasperi la rabbia palestinese e rafforzi il terrorismo.

Bombardi e uccidi due capi terroristi come lo sceicco Yassin e Rantisi? Il reclutamento di Hamas diventerà inarrestabile e le conseguenze negative incalcolabili.

Nulla di questo è mai successo. Eppure come si spiega la vittoria di Hamas alle elezioni paalestinesi. Con la corruzione di Fatah? Con il desiderio palestinese per una politica più dura di quella di Abu Mazen? No, con il fatto che Israele abbia combattuto e quindi indebolito (quale danno!) Al-Fatah, determinando, e vai a sapere secondo quale concatenazione di cause-effetto rovesciate rispetto allo schema classico, la vittoria del (supposto) nemico di Arafat: cioè appunto Hamas.

A questa catena di pure e semplici fesserie e previsioni ideologiche regolarmente smentite dai fatti, basate sull'assunto liberal che Israele ha sì diritto a difendersi, ma lo fa a suo danno (e dunque non lo dovrebbe fare), se ne aggiunge oggi un altra.
La operazione "pioggia d'estate", che ha dato la caccia i terroristi di Hamas a Gaza, è ovvio, non poteva che rafforzare l'odio, e con ciò il consenso del nemico del momento di Israele: Hamas.

Inutile dire che è successo esattamente il contrario. Hamas, duramente colpita da un mese di operazione, secondo un recente sondaggio di Gaza, non solo ha perso militanti, depositi di armi, capacità offensiva, fino al punto di dovere chiedere una tregua e smettere il lancio dei Qassam. Ha anche perso consenso tra la popolazione palestinese.

Come sarebbe stato ovvio prevedere, se solo i critici a prescindere di Israele fossero capaci di immaginare che anche gli arabi e i palestinesi abbiano un cervello. E siano capaci di essere disgustati delle offensive militarmente inutili e politicamente insensate.

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Ringrazio per gli auguri tutti coloro che hanno lasciato il loro messaggio nel post di Rosh Hashanah, in mail o a voce. Ma in particolare, vorrei mandare un grande shalom Lorenzo, che ha la stessa età di mio figlio. E che apparentemente si diverte al computer esattamente come il mio!

30 commenti:

Anonimo ha detto...

è l'obiettivo ciò che conta, non importa se per centrarlo si è in contraddizione oltre che con la realtà anche con ciò che si è affermato cinque minuti prima. e l'obiettivo sappaiamo benissimo qual è: dire che Israele sbaglia, sempre.

Anonimo ha detto...

p.s. bella la foto

Anonimo ha detto...

Il problema è che in Israele non tutti si rendono conto che prima o poi, se non altro per un fatto meramente statistico, si dovrà combattere un nemico più forte e si perderà. Magari fra duecento anni. Forse molto prima. E siccome l'indipendenza di Israele non è negoziabile, per fondamentali ragioni religione interne all'ebraismo, quella sola ed unica sconfitta sarà totalmente distruttiva, esattamente come è accaduto in passato. Ovviamente, da parte di molti ebrei si pensa che Dio darà una mano ed eviterà questo risultato altrimenti scontato. E perciò, tutti a capofitto nella prossima diaspora.

Paolo Ortenzi ha detto...

Non si capisce se Coso (..buongiorno...) mena jella oppure esprime una sua segreta speranza, ma sembra fare eco a certe tendenze di "informazione", il cui assunto e' (come ben espresso da Toni): "Qualunque cosa faccia Israele, e'sbagliata".

Il che da il diapason del sentimento che aleggia in parte della pubblica opinione.

Venendo al "razionale" del post di Toni: Hamas e' in bilico, perche' oltre ad essere contro Israele non ha dimostrato di saper assolutamente ne governare, ne tenere Israele fuori da Gaza, ne risolvere i problemi contingenti dei Palestinesi.
I Palestinesi, come scriveva Abba Even, non hanno mai perso un'occasione di perdere un'occasione, ma non sono scemi: sanno pure loro che dal 1995, anno in cui Arafat torno' nei Territori, sono diventati piu' poveri di quando c'erano solo gli Israeliani.

Il giorno che impareranno che e' piu' importante costruire a casa loro invece che pensare di distruggere a casa altrui, ci sara' la pace e la prosperita' anche per loro, oltre che per l'intera regione.

Anche gli Hizballah, nonostante la buffonata di Hasrallah dei giorni scorsi a Beirut, non deve essere popolare, visto che i Cristiani sono ricicciati fuori denunziando i danni che il "partito di Allah" sta arrecando al Libano con la loro politica.

Tonibaruch ha detto...

Il problema è che in Israele non tutti si rendono conto che prima o poi, se non altro per un fatto meramente statistico, si dovrà combattere un nemico più forte e si perderà. Magari fra duecento anni. Forse molto prima. E siccome l'indipendenza di Israele non è negoziabile, per fondamentali ragioni religione interne all'ebraismo, quella sola ed unica sconfitta sarà totalmente distruttiva, esattamente come è accaduto in passato.

Anonymous portasfiga, una domanda.

Ma Israele non ha già PERSO la guerra del kippur, del Libano1 e del Libano2?

Una collezione di sconfitte invidiabile, eppure è sempre lì.

Mi sa che devi rivedere qualche parametro.


Ovviamente, da parte di molti ebrei si pensa che Dio darà una mano ed eviterà questo risultato altrimenti scontato. E perciò, tutti a capofitto nella prossima diaspora.

Un consiglio: non sperarci troppo.
Potresti durare molto meno tu.

Anonimo ha detto...

Dipende dalla valutazione dei risultati. Militarmente ha sempre vinto, anche se non sempre con la stessa ampiezza. Politicamente ha sempre perso, però. Non escludo, tuttavia, che possa ottenere anche vittorie politiche, in futuro.

Ma il problema non è né militare, né politico. E' religioso. La tensione interna all'ebraismo verso la terra promessa e vero Gerusalemme, con l'imperativo di conservarne l'indipendenza e l'integrità, rendono, alla lunga, impossibile che Israele sopravviva quale stato sovrano.

Come scrive Dan Segre, che non tiene "diari di guerra" da Milano seduto in poltrona, ma il mestiere lo conosce da vicino e non è sicuramente un ebreo di sinistra, è certo che gli ebrei ci saranno sempre, mentre sulla sopravvivenza di uno stato ebraico non vale nemmeno scommettere.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Tonibaruch ha detto...

Anonymous, non potresti essere più in tema con questo post.

Il fatto che Israele difenda la propria indipendenza, perciò stesso la rende impossibile...

Ma LOL

Chissà che disastro mondiale, eh... con tutti questi stati che stanno per cadere a causa dello stesso problema.

Un consiglio: rileggi Segre con grande attenzione, ripetendo a voce alta le parti importanti. Mi dai l'impressione di non averci capito un'acca.

Segre parla infatti delle necessarie metamorfosi di schieramento dello Stato Ebraico. E delle sue potenzialità future, in qunto ebraico. Stato ed Ebraico , sottolineiamolo.

Anonimo ha detto...

Provo simpatia per la purezza e solidità del tuo credere nella durata infinita dello Stato di Israele, ma non essendo ebreo, vedo la sua fine, prima o poi, altrettanto ineluttabile di quella di qualsiasi altro stato.

Mi dispiace, inoltre, che debba finire in tragedia, proprio a causa della eccessiva fiducia nei suoi destini di gran parte dei suoi abitanti e sostenitori.

Anonimo ha detto...

...e, in ogni caso, non hai compreso: la fine dello Stato di Israele non dipende dal fatto che difenda la propria indipendenza, perché verrà comunque. Il modo, però, col quale la difende, renderà la fine una memorabile tragedia, come è avvenuto già molte volte in passato.

Tonibaruch ha detto...

ma non essendo ebreo, vedo la sua fine, prima o poi, altrettanto ineluttabile di quella di qualsiasi altro stato.


Vedo che oltre ad avere capito poco di Dan Segre hai capito poco di quell'ebraismo che ti ossessiona (inclusa la sua influenza sugli ebrei contemporanei e israeliani in paarticolare).

Forse sarebbe meglio passare a un reality check prima di far figuracce anche nella lettura del pensiero, non credi?

Mi dispiace, inoltre, che debba finire in tragedia, proprio a causa della eccessiva fiducia nei suoi destini di gran parte dei suoi abitanti e sostenitori.

E io ti ringrazio di depositare nuovo materiale in tema con questo post, ossia la convinzione, ovviamente e invariabilmente contraddetta dai fatti, che Israele danneggi sé stesso difendendosi.
E' whishful thinking sin troppo trasparente. Ma in questo caso si combina addirittura con qualcosa di più pulp: la responsabilità degli ebrei, dei loro comportamenti, delle loro supposte tare di vario tipo, nel proprio sterminio.

Normalmente sarei propenso a cancellare questa roba. Ma siccome, in fondo, avere un antisemita pare essere indispensabile per qualsiasi gruppo umano, mi rallegro che quello presente qui unisca alla evidente ignoranza una caratteristica, buffissima, pomposità.

Fa chic, non impegna. E soprattutto fa ridere.

Tonibaruch ha detto...

Il modo, però, col quale la difende, renderà la fine una memorabile tragedia, come è avvenuto già molte volte in passato.

Mi preoccupo per te.
Sogni spesso moltitudini di ebrei scanati? Forse sarebbe il caso di fare una visita odiometrica.

Il "modo con cui Israele si difende", per ora, ha consentito di fare la pace, temporanea e non eterna, come tutte le cose di questo mondo, col nemico più pericoloso che la breve storia dello Stato Ebraico abbia conosciuto.

Vedremo come continuerà. Da queste parti si crede a un vecchio motto. "per fare la pace bisogna, prima, restare vivi".

Salutoni, coso. E torna a trovarci.

Anonimo ha detto...

La tua reazione indica che ho colto nel segno: anche tu ti aggrappi all'idea che lo Stato di Israele sia destinato ad esistere sino alla fine dei tempi.

Se non lo credessi, accetteresti come un fatto banale e scontato che ti si faccia notare che prima o poi terminerà.

E forse inizieresti a capire che se non è possibile impedira fine di qualcosa, si può, almeno cercare di renderla sopportabile.

Sbaglio ? E' sufficiente che tu ci scriva che sei ben consapevole che lo Stato di Israele, come ogni altro, è destinato, presto o tardi, a perdere la sua indipendenza.

Paolo Ortenzi ha detto...

Mentre il nostro ineffabile Coso scopre la maschera, ed i suoi pensieri impregnati apparentemente di razionalismo oggettivo urlano il loro essere ne razionali ne oggettivi (quale PREGIUDIZIO e' razionale ed oggettivo anche se appare tale?)

punto la mia attenzione sulla frase che Coso dice piu' volte: proprio la volonta' di Israele di difendersi lo portera' alla sconfitta.

Fausto ben esemplifica il perche' Israele e' inviso all'opinione pubblica europea: perche', al contrario dei nostri governucoli, rifiuta quei compromessi, quella svendita all'ingrosso della propria identita', che invece a casa nostra sta diventando prassi comune. Un po come vedere che la propria vicina, bella e procace quanto noi, e' diventata famosa diva strapagata senza darla mentre noi abbiamo dovuto stenderci sul divano del produttore.

Quando Coso esprime il concetto: "se ci si difende si provoca la propria fine" in realta' evoca, con la contraddizione del suo pensiero, una invidia ed un livore di un uomo afflitto da invidia del pene.

Tonibaruch ha detto...

Fausto:
Concordo parola per parola.

Coso:
anche tu ti aggrappi all'idea che lo Stato di Israele sia destinato ad esistere sino alla fine dei tempi

Coso, non so a cosa tu addebiti la certezza che gli ebrei avrebbero nella imperitura esistenza dello Stato di Israele. L'ebraismo non ne parla. Per il resto, come ogni gruppo umano, gli ebrei (o almeno la stragrande maggioranza), difendono qui e ora, insieme a molti altri, l'esistenza della creatura POLITICA che garantisce loro indipendenza e libertà, per la prima volta dopo un paio di migliaia di anni.

Quello che succederà fuori dagli orizzonti politici non è materia di riflessioni politiche. Mescolare politica ed escatologia è roba da fanatici e integralisti.

Degli orizzonti politici fa invece parte la considerazione che, difendendo la sua esistenzaa e la sua indipendenza, Israele difende qui e ora la sua indipendenza e la sua esistenza.

Sorprendente vero?


Sbaglio ? E' sufficiente che tu ci scriva che sei ben consapevole che lo Stato di Israele, come ogni altro, è destinato, presto o tardi, a perdere la sua indipendenza.

Coso, sei tu che hai certezze escatologiche. Io non so se la Germania, l'Italia o gli USA perderanno mai la loro indipendenza, la faranno perdere agli altri, se la terra diventerà un deserto atomico, una confederazione universale o se sarà prima distrutta dagli alieni.

Francamente, al di là degli interrogativi su cui una mente umana può ragionare sulla base di elementi razionali, non credo che abbia senso lambiccarsi nelle ipotesi.

C'è chi desidera che l'indipendenza di certi stati continui, chi desidera che venga meno. Chi addirittura si illude di vedrla finire in bagni di sangue.

Ognuno ragiona (talvolta tra virgolette) e agisce sulla base delle sue speranze. Le tue sono chiare, e le mie anche.


.

Anonimo ha detto...

Molto bene, Tb. Anche se lo hai fatto in modo indiretto, ti dò atto di aver ammesso di non credere che lo Stato di Israele possa esistere "per sempre", o, se vuoi, per utilizzare i concetti da te evocati, che è uno stato come tanti altri, al quale non attribuisci alcun significato "escatologico". Il resto, ossia il diritto a difendere l'indipendenza e la libertà, date queste premesse, non si discute, ovviamente. Esso fa parte non dei diritti "dell'ebreo o dell'israeliano", bensì dei diritti naturali di ciascuno.

Se la stessa visione "antimetafisica" dello Stato di Israele che tu hai lasciato (timidamente) trapelare riuscisse a far breccia anche nella maggior parte degli israeliani, l'ebraismo in Medio Oriente avrebbe la possibilità, quando verrà (per ovvie ragioni statistiche) militarmente sconfitto, superare la crisi e sopravvivere e magari prosperare proprio lì.

Forse posso aiutarti a capire richiamando alla tua memoria la situazione della prima rivolta giudaica contro Roma, culminata con la distruzione del secondo tempio. Sia il tempio, sia la città avrebbero potuto esser salvati più volte se i più pragmatici tra i loro difensori avessero prevalso. Invece, come sai, la guida politica, proprio all'acme della crisi militare, venne loro strappata da chi riteneva che né la città, né il tempio potessero essere mai sconfitti.

Quando la crisi militare arriverà, mi auguro che stavolta siano i pragmatici a prevalere. Però non lo ritengo probabile. Almeno a giudicare da ciò che leggo e vedo in questi ultimi anni,

Paolo Ortenzi ha detto...

"Se la stessa visione "antimetafisica" dello Stato di Israele che tu hai lasciato (timidamente) trapelare riuscisse a far breccia anche nella maggior parte degli israeliani, l'ebraismo in Medio Oriente avrebbe la possibilità, quando verrà (per ovvie ragioni statistiche) militarmente sconfitto, superare la crisi e sopravvivere e magari prosperare proprio lì. "

Si vede che Coso non ha la piu' pallida idea di quello che dice...

Visione metafisica?

Ma questo crede veramente che gli Israeliani siano tutti haredim invasati di messianesimo?

Mah...

Tonibaruch ha detto...

ti dò atto di aver ammesso

Non so come spiegarti, A...
Il fatto che tu veda gli omini verdi e che qualcuno ti dica "ehi A,. sveglia, sei sulla terra" , non significa che quel qualcuno "ammetta" di non essere una delle creature della tua fervida immaginazione.

Riprova.



diritti naturali di ciascuno

Eccoci, si comincia a ragionare.

riuscisse a far breccia anche nella maggior parte degli israeliani

Oh, no... di nuovo le creature di Orion...

A., tu hai un serio bisogno di reality checks. Mai conosciuto un israeliano, eh? E mai saputo che i messianici più invasati sono contro l'esistenza dello Stato di Israele?

Chissà che botta, se lo scoprissi...


l'ebraismo in Medio Oriente avrebbe la possibilità [...]sopravvivere e magari prosperare proprio lì.

Un po' come in Iran, del resto...

Forse posso aiutarti a capire richiamando alla tua memoria la situazione della prima rivolta giudaica contro Roma

Ma per la carità.
Cominciamo dalle basi: dissolvere la convinzione razzista che un popolo sia retto da ferree volontà comuni. Specialmente se si parla di ebrei... E specialmente quando quelle volontà sono fantasmi autoprodotti.

Poi si potrebbe passare a una breve analisi della storia dello Stato: fondatori, convinzioni, sociologia politica. Spettro delle opinioni ebraiche contro a favore...

Poi la ciliegina: lettura e comprensione di Dan Segre :-)

Flavio Giuseppe lo lasceremo in fondo, quando non rischierà di aggravare i tuoi fantasmi presenti, che mi sembrano molti e molto preoccupanti.

Tb

Anonimo ha detto...

Quando la crisi verrà, nel momento in cui penseranno "finalmente pace e sicurezza", l'ebraismo in Medio Oriente si troverà ad un bivio: raggiungere un compromesso e rinunciare, almeno in parte, agli imperativi della propria eredità religiosa in fatto di terra e indipendenza. Oppure essere schiantato dagli assiri o dai romani di turno (magari nordamericani).

Puoi anche continuare a imprecare ed agitarti, ma sai bene, in fondo, che ho ragione.

<:3)- ha detto...

wow!
imo coso non è ancora su ipi, perchè non ce lo porti?

Paolo Ortenzi ha detto...

Guarda che se c'e' qualcuno che vedo molto agitato, caro Coso, sei tu.

Vedi di non confondere le tue aspettative con la realta'.

Tonibaruch ha detto...

Topastro,

Coso è mio, col cavolo che ve lo faccio stropicciare su IPI.

(e poi IMO viene da lì)

Tb

Tonibaruch ha detto...

Coso wrote:

Quando la crisi verrà

Ecco, per quei momenti consigliano il Bimixin. Facci sapere se funziona.


l'ebraismo ... raggiungere un compromesso e rinunciare ... imperativi della propria eredità religiosa ...essere schiantato

LOL
Un Tin Foil Hat anche per il signore


ma sai bene

Per ora so bene che non capisci molto di

- ebrei
- ebraismo
- storia di Israele

Sei inoltre alquanto carente nella logica, come mostra il fatto che tu motivi la difesa (a tuo dire intransigente) si Israele con la (risibile) convinzione che gli ebrei si immaginino invincibili e sostenuti da D.o.

Caro Coso, è esattamente il contrario. Se i sionisti spendono notevoli energie per prepararsi alla guerra è proprio perché sanno che Israele *non è* invincibile, e hanno maturato un ragionevole scetticismo sulla volontà di D.o di salvarli dai loro nemici.

Nemici numerosi e ahimé pericolosi, contro i quali "se non sei tu per te, chi lo sarà"?

Ciao Coso. Vai e studia con fiducia.

Anonimo ha detto...

Chiedo scusa, mi rendo conto che non è serio e forse neanche civile in un contesto così drammatico, ma desidero ringraziare sentitamente il signor anonimo, perché è da un quarto d'ora che non riesco a smettere di ridere, e in una giornata per me tristissima ne avevo davvero un grande bisogno. Grazie, carissimo, grazie ancora di tutto cuore.

Anonimo ha detto...

per quanto riguarda i terroristi palestinesi il comportamento di Israele è legittimo e fondato - nulla da eccepire agli atti di ritorsione e agli innalzamenti di muri di confine, ci mancherebbe altro!
Per quanto riguarda Hezbollah il comportamento di Israele è stato invece ipocrita e stupido.
Lamentarsi e fare la vittima per far apparire Hezbollah come dei cattivi terroristi alla stregua dei kamikaze dell'Olp o di Al Quaeda ha portato Israele a subire una meritata sconfitta sul campo. Ben gli sta !
Hezbollah non è terrorismo, Hezbollah è una comunità politica con capacità militare e va trattato non come terrorismo ma come soggetto politico internazionale con cui confrontarsi politicamente o militarmente !
I recenti fatti accaduti in Libano non sono da valutare come "lotta al terrorismo" ma come "guerra" - "guerra legittima" tra due legittimi e rispettabili soggetti politici internazionali !

http://mirage.ilcannocchiale.it

Anonimo ha detto...

I liberal hanno ragione.

Quando Israele si difende aumenta il consenso per Hezbollah e Hamas

Se Israele la piantasse una buona volta di difendersi, i vari K0meini e bin Laden potrebbereo risolvere in maniera finale il problema ebraico.

Charlie

Questo porrebbe fine all'antisemitismo.

Tonibaruch ha detto...

Mirage:

Hezbollah è TERRORISMO (rapimenti, dirottamenti, bombe contro ambasciate e obiettivi civili) e anche una milizia di partito. Entrambe le cose sono illegali.

E'anche un partito, integralista e razzista.

Ma al di là della natura di quella feccia, che non è la materia di questo post, quello che si contesta è il dogma secondo cui combattere Hezbollah automaticamente lo rafforzi.

Una patente idiozia, a cui mi pare tu dia credito.

Anonimo ha detto...

Cannocchiale,

la differenza tra Hamas ed Hezbollah è speciosa. Ma soprattutto è inutile.

Nel conflitto totale tra Israele e gli Arabi non sappiamo chi sia buono e chi cattivo, chi abbia torto e chi ragione. Non sappiamo nemmeno chi vincerà. Una sola cosa sappiamo con certezza: il vincitore tenterà di "buttercela al culo", a noi Europei. Regoliamoci di conseguenza.

Paolo Ortenzi ha detto...

MeneTekel scrive:"Nel conflitto totale tra Israele e gli Arabi non sappiamo chi sia buono e chi cattivo, chi abbia torto e chi ragione. Non sappiamo nemmeno chi vincerà. Una sola cosa sappiamo con certezza: il vincitore tenterà di "buttercela al culo", a noi Europei. Regoliamoci di conseguenza."

Sappiamo BENISSIMO invece (per chi vuol vedere...) chi sia il buono e chi il cattivo.

Israele e' un paese democratico, non perfetto e contraddittorio come tutti i paesi democratici, ma che condivide e persegue molti dei valori dell' Occidente: liberta' di parola, uguaglianza tra i cittadini, controllo del potere dei politici, liberta' di stampa, rispetto dei diritti civili. Ha la iella di trovarsi in guerra da 60 anni per tutelare la propria esistenza. Ma nonostante tutto i diritti base del paese sono in piedi, laddove se la stessa situazione si producesse qui in Italia, per esempio, si sarebbe optato "per la nostra sicurezza" a leggi speciali e "provvisorie" che lascio soltanto immaginare.

La controparte, purtroppo, ha generato due tipi di paesi: dittature medievali e governi dispotici. Dove, addirittura, non si e' ricorso al modello teocratico. Dove le leggi speciali sono una realta' e dove pochi sono immensamente ricchi e i molti sono desolatamente poveri e tartassati per opera dei loro stessi governanti.

Quanto a "buttarcela al culo", come elegantemente detto dal nostro simpatico interlocutore, noi Europei non abbiamo bisogno di nessuno: sappiamo farlo tranquillamente da soli senza l'aiuto di nessuno.

E' cavarcela dai guai che noi stessi abbiamo causato che abbiamo avuto sempre bisogno di aiuto dall'esterno...

A noi regolarci di conseguenza.

Tonibaruch ha detto...

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MeneTekel...

Dopo la noia degli urlatori da centro sociale, abbiamo un bel po' di visite di fascisti di questi tempi.

I temi e l'acume sono simili, ma la varietà dello stile espositivo ne guadagna.

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