Il mondo è più sicuro
Meno guerre, meno morti, meno rifugiati. Molti meno. La realtà parrebbe
smentire la mitologia nostalgica della guerra fredda e dell'"equilibrio"
globale.
Secondo uno studio dell'Human Security Report dell'Università del
British Columbia di Vancouver, i conflitti sono calati del 40% dalla
fine della guerra fredda in poi e insieme al numero di guerre scende in
modo drammatico il numero medio di morti per guerra. Crescono solo i
morti per attacchi terroristi ad alta intensità che però, pure nella
loro drammaticità, non sono paragnabili al massacro che avviene quando
si scontrano eserciti con armi pesanti, si massacrano e si spostano
popolazioni civili.
Nonostante il genocidio ruandese e il macello ex-yugoslavo, il numero
dei genocidi e dei "politicidi" (massacri generalizzati di oppositori),
è crollato dell'80% dal 1988 al 2001. Nonostante un alto numero di
fallimenti, ONU riesce oggi a fermare i conflitti tra il 40% e il 60%
dei casi, mettendo in atto operazioni di "nation building" che sembrano
essere la miglior garanzia contro la riapertura dei conflitti.
Specialmente oggi che le grandi potenze non si affrontano pià
appoggiando, finanziando e scatenando guerre locali.
Insomma, non c'è nulla da rimpiangere e non c'era nulla da difendere
nemmeno nel ruolo imperiale e "stabilizzatore" dell'Urss.
america america democrazia da esportazione, soviet
Nessun commento:
Posta un commento