12.6.06

Gaza, massacri, mostri, prime pagine



Talvolta basta poco per costruire un mostro.

Il mostro che spara cannonate a sangue freddo su una spiaggia affollata, dove i cittadini di Gaza stanno cercando ristoro dal caldo di in un giorno di festa.

Per decidere chi e come ha sterminato un'intera famiglia, lasciando solo un bambino piangente sul corpo del padre è bastato un lancio del "Palestinian Centre for Human Rights": una nave da guerra israeliana che spara sette colpi consecutivi in mezzo alla folla.

Si commenta, si condanna, ci si indigna.
Si scrivono articoli sul Guardian, sull'Indipendent. Naturalmente su Repubblica, La Stampa... (inutile dar conto dello Straccio®, dove per pubblicare di queste cose non è strettamente necessario che sia successo qualcosa). Si almanacca sulla fabbricazione italiana del cannone navale.

Poco importa che a gettare qualche prima ombra sulla credibilità del report ci sia il modo stesso in cui vengono definite le forze di difesa israeliane dal lancio del PCHR "Forze di Occupazione Israeliane"

Poco importa che ci siano quasi venti minuti di differenza tra il momento in cui il PHCR denuncia che sarebbe avvenuta la strage e il momento in cui l'esplosione è effettivamente avvenuta. Poco importa che le immagini della nave che spara fossero di un momento molto precedente l'esplosione e che nel frattempo, il tipo di ferite e altre prove abbiano permesso di escludere la responsabilità della nave.

Dev'essere allora fuoco di artiglieria.

E poco importa che l'esplosione sia avvenuta circa dieci minuti dopo il cessate il fuoco d'artiglieria contro i lanci di Qassam (cfr. il comandante del quadrante Sud Yo'av Gallant).

Poco importa che Amir Peretz, leader del labour, attivista di Peace Now, l'eroe di sinistra di quella stessa opinione che reclamava un cambio dalla gestione militarista del governo Sharon (sì, quell'Amir Peretz che nel frattempo è diventato ministro della difesa), chieda sin da venerdì di aspettare ad emettere giudizi, visto che dalle prime indagini sembra che la responsabilità israeliana nella strage non sia affatto sicura (cfr. Haaretz di venerdì)

Poco importa che, se la nave non è stata e se la responsabilità fosse dell'artiglieria manchino ancora all'appello un cratere da 155 e i resti degli shrapnel (la propaganda palestinese ha mostrato ampie immagine dei cadaveri insanguinati, ma nessuna delle consuete "evidenze" di cui operatori e giornali vanno ghiotti). Poco importa che i miliziani armati siano arrivati sul posto prima della polizia. Poco importa che un ufficiale israeliano sostenga che esistono immagini di una piattaforma di Qassam che si inclina, ed esplode causando la detonazione di una pila di razzi esplosivi destinati ad Ashkelon. Poco importa anche che i palestinesi si rifiutino di cooperare alle indagini.

Poco importa che per Occam la possibilità che la strage sia stata causata da un colpo di artiglieria IDF finito fuori bersaglio oppure da un Qassam finito fuori rotta siano ancora equivalenti (e questo senza voler nemmeno considerare le ipotesi complottiste della strage autoinflitta).

No, pare che non importi un cazzo.
Quello che conta è che ci siano molte prime pagine e un mostro troppo lungamente atteso, dopo un ritiro e mesi di bombardamenti condotti da dietro lo scudo dei civili, ma infruttuosi nel produrre la desiderata strage di innocenti.

Poco importa cosa è successo. L'importante è che sia successo.

Per chi non si accontenta:

Ecco un report molto equilibrato sui possibili scenari, di Yediot Aharonot.

Ecco un pezzo che sostiene, con molta vis polemica e qualche argomento, la responsabilità palestinese. Da Israel News Agency.

Il debugging del report del POHR, la fonte della stragrande maggioranza degli articoli di stampa che hanno immediatamente condannato Israele

Come la propaganda palestinese ha addossato la responsabilità ad Israele. Da Arutz Sheva.


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La foto è di ......

2 commenti:

Rosa ha detto...

bella merda :-(

ah, bentorntato

vfiore ha detto...

bel post, non star piu; lontano cosi' a lungo !
ciao - v.