27.2.05

Vietare la falce e martello?

Mah. La vecchia falce e martello mi procura sentimenti contrastanti. Sul libro, e col sole dell'avvenire intorno, era qualcosa di mio, qualcosa a cui volevo bene. . Mi sembrava un simbolo del lavoro, della lotta per la giustizia e i diritti, una bandiera del movimento operaio, la somma di tutte quelle cose che non avrei mai voluto lasciare nelle mani dei comunisti. E che tenessero giù le mani anche dalla "mia" falce e martello. L'ho portata all'occhiello orgogliosamente, quando Craxi voleva toglierla di mezzo. Eppure quando tornavo "a casa", oltrecortina, sentivo il peso di un simbolo che mi appariva trasfigurato nel suo opposto. Naturalmente il fesso ero io. La falce e martello è stata sin dal primo giorno un simbolo di tirannia e oppressione. E i miei amici ungheresi di fronte ai quali mi toglievo pudicamente il distintivo dello PSIUP dall'occhiello nella convinzione che "non avrebbero capito", invece capivano benissimo. Oggi parlamentari polacchi ungheresi e lituani (temo, perlopiù, pessimi) chiedono di vietare questo simbolaccio al pari della svastica, e con qualche ragione. Cossutta, in coma lisergico, sostiene: "E' un simbolo di libertà". Ma rotfl.
Rotfl, certo, però no. Vietare i simboli non ha mai fermato le pessime idee e le pessime azioni che ci stavano dietro. Quindi teniamoci, meglio se in un cassetto, la falce e martello, che per fortuna o purtroppo è stata pure mia.

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1 commento:

Carlo Felici ha detto...

Come diceva Don Abbondio.."uno il coraggio non se lo può dare.."