12.2.06

Anna Foa su: "Pasque di Sangue"

Anna Foa: "rovesciamento senza prove" "Il suo libro non sta in piedi dal punto di vista storiografico".


Anna Foa Storico del Rinascimento, professore di Storia Moderna Università La Sapienza, che si è occupata in particolare di processi alle streghe.
Scheda di Anna Foa

Di seguito, un'intervista di Roberto Beretta ad Anna Foa, pubblicata da AVVENIRE
del 9 febbraio Online Grazie a Informazione Corretta

E' stata pacata Anna Foa (su Repubblica di ieri), nella recensione alle Pasque di sangue del collega e correligionario Toaff, che tanto scalpore hanno suscitato ancor prima della loro uscita. «Non sembra proprio – scriveva la storica dell’università di Roma – che Ariel Toaff abbia trovato fonti che rovescino l’interpretazione tradizionale. Districarsi nella gran mole delle sue eruditissime note è arduo, ma quando ci si riesce si ha la sensazione di ritrovarsi con nulla di concreto in mano. Il suo libro è una reinterpretazione, basata sulla sua personale rilettura delle stesse fonti su cui gli storici si sono basati invece per respingere l’accusa».
Oggi, dopo aver letto le interviste in cui Toaff si paragona a Maimonide (il filosofo medievale ebreo condannato dai rabbini) e sostiene che il suo libro si riferisce a delitti rituali di «pochi estremisti» ebrei e «al massimo in uno o due casi», la signora è assai meno diplomatica: «Sì, i suoi interventi sui giornali mi hanno molto turbata. Toaff non è Maimonide. Il suo libro non sta in piedi dal punto di vista storiografico. Che poi nelle interviste abbia fatto marcia indietro non salva la situazione: altro che pochi casi, il suo studio parla di una situazione generale di sacrifici umani durata 4 secoli».
Ma che cosa non la convince nel lavoro del collega?
«Non mi convince il fatto che rovesci completamente l’interpretazione storiografica accreditata senza avere nessuna prova di sostegno. Ariel ha riletto le deposizioni al processo e dice che sono troppo concordanti per non essere vere; ma proprio noi storici abituati a lavorare su fonti giudiziarie così univoche sappiamo che un quadro del genere è indice di orientamento da parte di chi fa le domande, e dunque falsa la verità del documento; tra l’altro all’epoca gli interrogatori venivano fatti sotto tortura, metodo che a Trento è stato ampiamente usata».
D’accordo. Ma perché negare la possibilità che una frangia isolata, una «scheggia impazzita» dell’ebraismo abbia potuto uccidere un bambino?
«Certo che possiamo ipotizzarlo: uno o due casi di infanticidio figuriamoci se non possono essere avvenuti, né sostengo che gli ebrei siano immuni da delitti del genere (comunque questi pochi casi Toaff li tiri fuori, perché nel suo studio non ci sono...). Ma il libro non dice questo. Ritiene invece che per 4 secoli gli ebrei askhenaziti si siano dedicati all’omicidio nel quadro di una ritualità trasformata in odio contro i cristiani: una generalità d’usanza non provata da alcuna fonte».
Ma le sette ultra-ortodosse dei «cannaìn» (i «gelosi») citate da Toaff esistevano o no?
«Sono fenomeni comprovati molto poco e in ogni caso non a Trento; lo stesso Toaff confessa che lassù la comunità ebraica non era particolarmente osservante. E non porta nessuna prova neppure dal punto di vista delle dichiarazioni dei rabbini su fenomeni come le cosiddette "Pasque di sangue". La ritualità col sangue è assolutamente contraria a quella ebraica e Toaff non riporta nemmeno un’affermazione di rabbino che dica il contrario. Posso pensare che alcuni gruppi chiusi avessero così in odio i cristiani da decidere di reagire con violenza alle persecuzioni, ma ben altro conto è che ciò venga inserito in una ritualità ebraica: cosa che sarebbe assolutamente contraria alla norma. Quanto all’ipotesi di un commercio di sangue cristiano, la definirei allucinatoria».
Ma che cosa dice della reazione del mondo ebraico, forse eccessiva davanti a un testo che è comunque uno studio storico su fatti di 5 secoli fa?
«La mia recensione infatti è stata pacata e non di scomunica. Però capisco che il mondo ebraico – il quale ha vissuto l’accusa di infanticidio sulla sua pelle, sa che è stata usata da Hitler contro di lui, ha visto tante leggende del genere riemergere di tanto in tanto e con esiti molto tragici – abbia risposto all’articolo che annunciava il libro di Toaff con un’onda emotiva molto forte».
Ma allora significa che su certi fatti è meglio non indagare nemmeno, per non suscitare pericolose tentazioni?
«Forse è bene indagare senza sensazionalismi. Non emettere un libro che rovescia una storiografia consolidata senza avere nemmeno una prova per affermare la propria verità eterodossa».


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