19.10.06

Decisioni critiche

Sorridi, sei sul TBLOG

Pare che il presidente dell'utorità palestinese stia per sciogliere il governo Hamas.

Nel frattempo, l'IDF dopo aver chiuso sei o sette tunnel attraverso cui passa il traffico di armi e di esplosivi, potrebbe preparare un'invasione su larga scala.

La mossa israeliana, oltre che in chiave difensiva, per depotenziare un territorio in cui si stanno accumulando armamenti a ritmo vertiginoso, e che rischia in breve tempo di trasformarsi in un pericolo paragonabile a quello del Libano del Sud, va letta come sostegno ad Abu MAzen.

Il confronto tra Hamas e Fatah sembra essere dietro l'angolo, ed un Hamas più disarmato e più debole, favorirebbe chiaramente i piani del suo avversario. Mi spiace, ma ho sempre pensato, e detto, che finché i palestinesi non avessero risolto al loro interno il conflitto tra massimalismo messianico e nazionalismo "normale", la situazione non avrebbe fatto un passo.

In un paese dove ogni caposezione ha una milizia personale, questo purtroppo ha un nome: guerra civile. Una cosa da non augurare a nessuno. Ma anche qualcosa da cui, IMHO, è difficile pensare che i palestinesi possano prescindere, sempre che vogliano *cominciare* la marcia di avvicinamento alla organizzazione di uno Stato. E' successo anche in Israele (keyword: altalena).

Se il confronto armato tra Hamas e Fatah ci sarà, speriamo almeno che sia rapido e porti alla vittoria indiscussa della parte che uno stato palestinese è in grado di immaginarlo, di costruirlo e di negoziarlo con Israele.



18.10.06

Il paradosso della forza e della debolezza

Prendo da Liberali per Israele questo articolo di Yediot Aharonot. La forza, che viene rispettata in Medio Oriente è un danno alle relazioni in Occidente, dove viene letta come arroganza pericolosa. La debolezza e il compromesso, che vengono apprezzati come dimostrazione di ragionevolezza in Occidente, diventano un pericolo in Medio Oriente, dove vengono interpretati come un'occasione per l'aggressione.

L’opzione peggiore, naturalmente, è quella in cui Israele si ritrovi percepito contemporaneamente come debole a livello regionale e condannabile a livello internazionale, come è avvenuto alla fine della campagna contro Hezbollah in Libano: Hezbollah celebrava la sua presunta vittoria mentre Israele veniva duramente attaccato dall’opinione pubblica mondiale.
Delle altre opzioni, è da preferire quella che garantisce un’immagine di forza a livello regionale rispetto a quella che garantisce un’opinione pubblica mondiale favorevole. L’esperienza insegna che le dimostrazioni di forza hanno effetti più duraturi nella coscienza collettiva del Medio Oriente di quanto non siano i favori e le antipatie dell’opinione pubblica mondiale.
Naturalmente l’opzione migliore è quella che vede insieme forza deterrente a simpatia mondiale verso Israele, come al momento della guerra dei sei giorni. Si tratta di qualcosa molto difficile da conseguire, oggi, ma questo non significa non continuare ad adoperarsi per questo risultato.
Guy Bechor


Decomunistizzazione. 15 anni dopo.

Sorridi, sei sul TBLOG

La R. Ceka ha messo al bando la lega dei Giovani Comunisti

Tra tutti, per ragioni biografiche e ideali, credo di essere una delle ultime persone al mondo ad avere anche la più vaga simpatia per il movimento giovanile di uno dei più infami partiti comunisti che l'Europa Orientale abbia conosciuto.
Anzi, per essere più esatti, detesto il partito adulto da ogni punto di vista. Mi stanno immensamente sui coglioni. La prima reazione è stata quella di un dispiacere molto molto vago, più che altro perché le forze democratiche ceke avevano dato a chi non aveva nessun motivo di meritarla un aura di martirio politico (martirio che poi si ridurrà a un cambio di nome e un sacco di piagnistei).

Non penso che un paese che ha sopportato cinquant'anni di comunismo da parte di un partito ottuso come pochi altri, reazionario e antisemita, perda nulla della sua democraticità mettendo al bando un partito-stato di Quisling. Ma certo sono cose che andrebbero fatte nell'immediatezza, non quindici anni dopo, e non (chissà perché) contro il movimento giovanile.
Ma soprattutto, mantenere questi partiti (in particolare il Partito Comunista Ceko) liberi di agire politicamente all'aria aperta, era la nemesi più bella di chi aveva costruito uno stato-carcere. Nel paese di Vaclav Havel, la misura più palpabile di una immensa differenza di moralità politica.

Perché rinunciare al fiore all'occhiello di questo relitto indecente, libero di zampettare intoccato dentro il sistema democratico, a sua maggiore vergogna?

Perché? Perché il movimento giovanile dichiara di volere la rivoluzione socialista (in Repubblica Ceka e senza carri sovietici, c'è da morir dal ridere!) Con quali mezzi? E' un movimento violento? Eversivo? Pericoloso? Ho litigato parecchio su IPI e alla fine mi è nata la curiosità di dare un'occhiata alle loro posizioni e mi sono informato un po' meglio sulla faccenda.

Ho scoperto che il movimento giovanile è un gruppetto sparuto di imbecilli, ma al contrario del partito maggiore non dichiara di essere nostalgico del vecchio regime, precisa molto chiaramente che la rivoluzione che vuole non è violenta (che razza di rivoluzione sarà, boh) e che è sbagliato "quando anche un uomo solo soffre" (posizione irenista abbastanza risibile, ma non certo il manifesto di un partito violento ed eversivo).

Difendono la libertà di parola di personaggi grotteschi, ma non sono un partito pericoloso, né particolarmente offensivo. Li hanno messi al bando con delle scuse burocratiche ridicole (occupano lo spazio dei "veri" partiti). Insomma un assurdo totale, pienamente degno del paese di Kafka.

Si grida al maccartismo, ma secondo me c'entra poco. C'entra invece molto il fatto che si voglia spingere il partito maggiore a una svolta (incredibilmente, era stato dato al PC un ultimatum: 31 dicembre 2005). Gli si chiede di rinnegare il vecchio regime e diventare un partito di sinistra "normale", che sia possibile far rientrare nel gioco politico. Una conversione augurabile, che è avvenuta in tutti i paesi dell'Est. Ma che è difficile immaginare possa avvenire con un ordine esterno.

Il Partito Comunista di Boemia e Moravia è l'unico partito comunista che non ha cambiato nome 60 anni fa, ai tempi dell'instaurazione delle Repubbliche Popolari, perché è l'unico che non ha avuto bisogno di fare nessuna fusione con i resti di partiti socialisti, affettati e incarcerati con la "tattica del salame", ed è anche l'unico partito comunista che non ha cambiato nome nemmeno dopo. Un vero relitto storico.

Tra tutti i partiti comunisti, è l'unico ad essere andato al potere con regolari elezioni (le ultime libere), e anche uno dei peggiori: infame dal primo all'ultimo giorno del regime, antisemiti di merda, anti-glasnost... il peggio. Roba che manco Diliberto.

Beh, questo partito disgustoso, anche grazie alla conventio ad excludendum che impedisce a qualunque forza politica di toccarlo pena la morte elettorale e politica, sta ingrassando di tutti gli scontenti, costringendo gli altri partiti ad una grande coalizione innaturale, colpita dagli scandali più gravi e più ridicoli . E questo ingrassa il PC ancora di più, perché gli lascia rappresentare ormai l'opposizione a tutto e al contrario di tutto. Soprattutto, l'opposizione ad alcuni dei politici più balordamente corrotti dell'Europa dell' Est. Così il Partito Comunista di Boemia e Moravia è arrivato al 20%, un po' come Le Pen in Francia (almeno così si pensa che valga l'estrema destra francese secondo gli ultimi sondaggi). Una situazione senza via d'uscita.

L'ultimatum per la "svolta" (un'assurdità che solo in Cekia si può concepire) è scaduto.
Qualcuno (mi pare poca roba) raccoglie firme per mettere al bando il partitaccio, insieme ai movimenti fascisti e nazisti che sono già al bando.

Certo, liberare quell'iceberg di voti congelati e sbloccare il sistema farebbe gola a tanti. O imponendo la svolta (e probabilmente una spaccatura del PKBM) o vietandogli la partecipazione alle elezioni e incamerando gli elettori.

La Lega dei Giovani Comunisti probabilmente è stato il test.

Non piangerò su un Partito Comunista Ceko al bando. Non io. Non dirò "le vostre idee mi fanno schifo ma lotterò fino alla fine perché possiate esprimerle col vostro nome e simbolo". Tendo più al "cazzi vostri". Ma è una brutta e triste storia di ottusità e fallimenti, da ogni punto di vista.


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Lancet: uno studio non credibile

Sorridi, sei sul TBLOGUna molto serena e argomentata, anche se non imparziaale, decostruzione degli studi sulla mortalità irakena di Lancet da parte di uno studioso epidemiologo che ha lavorato a lungo in Irak per l'esercito della coalizione.


Gli argomenti:

1) Il numero di cluster - i cluster sono i punti in cui vengono fatte le interviste che poi dovrebbero rappresentare il totale della popolazione. In un paese dove le interviste telefoniche sono impossibili, questo dato è essenziale. E più è alto, meglio è.

Ebbene, il numero di cluster utilizzati per realizzare l'ultimo studio, quello dei 655.000 morti, era incredibilmente basso: 47 cluster, contro i 2200 utilizzati dall' ONU per una ricerca con la stessa metodologia.

Un numero da cui è impossibile trarre conclusioni scientificamente sensate. Ma sempre più alto, però, dei 33 utilizzati per lo studio ormai indimenticabile del 2004, che aveva calcolato 100.000 civili morti. Il numero di vittime era ed è quindi privo di ogni affidabilità: per controprova, la ricerca ONU, assai meno pubblicizzata, ma assai più affidabile, che utilizzava un numero di cluster 66 volte superiore, pubblicava numeri sei volte inferiori a quelli di Lancet

2) Non verificabilità della rappresentatività - Il modo di validare la rappresentatività di una ricerca a campione è quella di tararla con le caratteristiche demografiche note del paese. Visto che la rivista del gruppo John Hopkins ha ritenuto di non fare domande che permettessero di tarare il campione (età, sesso, educazione, lavoro...) risulta assolutamente impossibile determinare se il campione fosse rappresentativo oppure no.

L'autore: Steven E. Moore
Mr. Moore, a political consultant with Gorton Moore International, trained Iraqi researchers for the International Republican Institute from 2003 to 2004 and conducted survey research for the Coalition Forces from 2005 to 2006.




La foto è di torbakhopper

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Il gran muftì è sempre il gran muftì

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Negli anni '40 il Gran Mufti Ajii Husseini aveva deciso di risolvere il problema sionista in modo particolare: alleandosi con Hitler e arruolando unità di SS in Bosnia, per il rallestrellamento di partigiani ed ebrei

Il Gran Muftì Sheikh Ikrima Sabri nominato da Arafat e licenziato da Mahmoud Abbas (nella foto), sosteneva che Israele non avesse diritti sul Monte del Tempio e che Israele mettesse in pericolo la moschea Al-Aqsa.

Il nuovo Gran Muftì, Ahmad Hussein, ha resistito circa tre mesi nella parte del "moderato". Oggi, ha espresso il suo appoggio al terrorismo suicida, in una dichiarazione in cui sostiene il diritto palestinese di difendersi dll'occupazione israeliana con qualsiasi mezzo.


"It is the Palestinian people's right to engage in resistance until the occupation ends. As long as the resistance is legitimate, everything related to it is also legitimate." Asked to express his view with regard to suicide bombing, the mufti answered: "It is legitimate, of course, as long as it plays a role in the resistance."


La foto è di ynetnews

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17.10.06

L'Unifil identifica il nemico

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E' Israele.

Il comandante francese annuncia che sparerà sugli aerei israeliani se dovessero continuare a sorvolare il Libano.

Interessante notare che lo stesso comandante abbia più volte spiegato che non è compito dell'Unifil quello di disarmre Hezbollah.

Nel frattempo, mentre il ministro degli esteri continua a precisare come il disarmo di Hezbollah non sia compito del nostro contingente, anche il governo italiano scatta in azione, secondo Debka decide di vendere batterie antiaree all'esercito libanese [H/T Paolo Ortenzi]. Per sparare all'aviazione di Hezbollah, il cui disarmo è l'oggetto della ormai ridicola risoluzione 1701? No, eh?

Aggiornamenti:
Oggi e' stata pubblicata una smentita del governo italiano dall'ANSA: ANSA) - GERUSALEMME, 17 OTT - L'Italia starebbe negoziando col governo libanese la vendita di sofisticati missili terra-aria Aster 15. Le armi potrebbero essere usate per impedire i sorvoli di ricognizione israeliani nello spazio aereo libanese, secondo quanto afferma "Debka", un sito internet israeliano di intelligence. Immediata la smentita da fonti del governo italiano: "attualmente non c'e' alcuna trattativa per sistemi d'arma specifici, tantomeno riguardo al sistema menzionato".


La foto è di fionn2006

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Accordo Nato-Israele

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Non sono un grande fan dell'idea di Israele nell'Unione Europea.

Questa invece mi sembra una buona notizia: la Nato raggiunge un accordo con Israele per il pattugliamento del Mediterraneo orientale.

Il prossimo paese della lista dovrebbe essere la Giordania, e altri cinque stati arabi potrebbero partecipare in futuro.



La foto è di Jerome Bailly

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11.10.06

Il taxi multiculturalista

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Da qualche anno, a Minneapolis, chi cerca di prendere un taxi può trovarsi con un problema.

Ad alcuni tassisti islamici non è gradito che sulla loro auto pubblica metta piede un possessore di alcool.

Il problema è cresciuto progressivamente, e recentemente è giunto all'attenzione del pubblico.
E' un problema che apparentemente potrebbe sembrare minore, ma che è invece paradigmatico della idiozia multiculturalista verso cui sta scivolando un mondo dove una volta, discriminare un utente per qualunque ragione religiosa o razziale avrebbe portato a conseguenze immediate e scontate.

Idiozia multiculturalista, cioè l'opposto di un modello di società dove tutti hanno uguale diritti e uguali doveri di fronte alla legge. Ma invece un sistema di ghetti incomunicanti e intolleranti, schiacciati ognuno sulla propria fazione più "pura". Un modello dove per prendere il taxi, devi stare attento che non sia un taxi islamista, almeno se hai avuto l'imprudenza di comprare sostanze sgradite alla religione del conducente.

In un mondo normale, con uguali diritti e doveri per tutti, il conducente -se non è in grado di trasportare tutti i clienti, indifferentemente da razza religione e borsa della spesa- semplicemente non fa il conducente.

Invece cosa succede a Minneapolis? Ai tassisti integralisti islamici che non caricano i clienti che portano alcool sarà tolta la licenza? No. Saranno denunciati? Nemmeno. Ma quando mai. Si studierà (rullo di tamburi...) un compromesso

Ne era allo studio uno con l'associazione dei guidatori, al 75% di religione islamica, secondo cui i tassisti che all'aeroporto non caricano i clienti con le bottiglie di whisky comprate al duty free avrebbero dovuto portare una bandierina di diverso colore. Non è andato bene. La risposta degli utenti è stata "overwhelmingly negative". Si sta studiando ancora, visto che il rischio è che i clienti passino all'autobus o alla metropolitana.

Viene voglia di darsi un pizzicotto e sperare che sia un brutto sogno.


L'articolo di Daniel Pipes sull'argomento


La foto è di Thermofunk

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Ammuina sul Golan

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Assad minaccia guerra.
Debka prevede un attacco siriano per alleggerire la pressione su Teheran.
Ma Israele non innalza il livello di allarme.

Snapshots di una visita di stamattina sul confine siriano, dove tutto sembra tranquillo.




La foto è di ......



Effetti nordcoreani su Israele

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Quella nordcoreana non è ancora un'arma atomica, ma il cuore di una testata nucleare, che potrebbe essere integrata in una bomba o in un missile (su cui la NK sta lavorando da molti anni)

Gli effetti internazionali sono aabbastanza chiari. Ma per sapere quelli specifici su Israele, che è al centro di una minaccia di corsa all'armamento atomico degli ayatollah, il Jpost intervista il presidente delle commissione atomica Uzi Eilam

Secondo Eilam, tre gli effetti della proliferazione nordoreana:

  • Come democrazia, Israele partecipa al rischio che un regime delirante come la Corea del Nord atomica pone a tutto il mondo.
  • E' possibile (anzi probabile) che Pyongyang condivida presto il suo know-how nucleare con l'Iran, in cambio di un po' di ossigeno per le finanze.
  • Terzo, anche la Siria, che è sotto le stesse pressioni della Corea del Nord potrebbe decidere di fare il salto nucleare, pensando che sarebbe utile per alleviare la pressione internazionale.
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Come combattere il pericolo dell'integralismo islamico?

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Una prima misura potrebbe essere quella di non assumere integralisti intolleranti come ispettori scolastici del governo.




Nella foto Israr Khan’s Ofsted,